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Augusta, una giovane donna italiana di poco più di trenta anni, giunge in Amazzonia per reagire ad alcune vicende personali particolarmente dolorose. Affianca una suora amica della madre nel lavoro con le comunità indigene dell'alto rio Andirà, ma poi se ne distacca nel desiderio di un'esperienza che risponda in modo semplice al suo bisogno di ritrovare un senso nella vita. |
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Delicato, poetico, deciso a porre domande esistenziali senza pretendere di dare risposte troppo nette: il terzo film di Diritti, ancor più vicino allo stile olmiano dei precedenti, parla del senso della vita rimuovendo tutte le sovrastrutture occidentali, ripartendo dalla semplicità dell'uomo, anzi della donna e del suo doppio legame con la vita. Vita che ha un senso profondo da riscoprire, ben al di là dell'esistenza o meno di un dio. |
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REGIA - SCENEGGIATURA - FOTOGRAFIA - SCENOGRAFIA - EFFETTI SONORI | |
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MUSICHE - RITMO - ORIGINALITÀ - POETICITÀ | |
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Commenti del pubblico |
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Ultimi commenti e voti |
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6,5
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Un'intensa e silenziosa Jasmine Trinca da il volto alla protagonista di questo film esistenzialista e mistico. Il racconto nasce da una fascinazione evidente per il Brasile e le realtà più estreme e contradditorie di un paese in via di sviluppo: dall'evangelizzazione del 21 secolo via cavo, all'umanesimo delle favelas la messa in scena quasi documentaristica è la cosa migliore del film. Augusta/Jasmine fugge dalla sua realtà per ritrovarsi in una realtà estrema ma poi sceglie di andarsene anche da li' perchè in fondo siamo tutti isole. La sceneggiatura sembra essere un po' traballante e alla fine finisce per lasciare troppi fili annodati.
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6
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rivedo la mia precedente recensione e abbasso il voto, interessante ma troppo ambizioso e poco chiaro, chiedo venia
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7
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7,5
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5
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la noia mortale e il non senso esistenziale. da dove si parte? e dove si arriva? e in mezzo mi sfugge cosa sia successo.
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7
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Significativa l'ambientazione brasiliana, dalla natura che ti avvolge con la sua immensità alle favelas opprimenti a causa dell'avanzare della "civiltà"... Significativa e... imprescindibile: il film è anche documentario, e senza questa parte non resterebbe moltissimo, la stessa (bellissima) protagonista spiccica cinque frasi in tutto il film. Le parti girate in Italia sono funzionali a mostrare dei contrasti, ma concordo che non sono perfettamente riuscite. Regista di cui comunque continuerò a seguire ogni lavoro.
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6,5
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6,5
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Meglio di quanto mi aspettavo. Buona soprattutto la prima parte. Poi il film procede senza particolari guizzi, ma il personaggio interpretato dalla Trinca appare sempre credibile. Peccato un po' per la "zavorra" delle scene girate in trentino (quando i vantaggi di una generosa film commission risultano negativi), che poco aggiungono al racconto. Un viaggio interiore, non semplice da rendere, ma non privo di una sua efficacia.
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7
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7,5
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Il Brasile diventa un orizzonte d'attesa, il palcoscenico di una ricostruzione morale, per Diritti. E' qui che si può giocare la partita del cambiamento da parte di una società che annega di asfissia e polvere. In un bilanciamento di paesaggi tiranni e uomini, contrappesato dalla cappa oppressiva del clericale e bigotto ambiente trentino, che lambisce ambiguo e indeciso, insicuro di sé, le favelas. E poi i sommersi, gli innocenti divorati dall'Occidente, come una baracca portata via dalla corrente. Infine di nuovo la possibilità di una resurrezione dello spirito, tratteggiata da una perla di cinema vero, che trascina e fa perdere la cognizione dello spazio, nell'ebbrezza del gioco infantile. Film per spettatori pazienti.
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