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Recensione: Zucker! ...come diventare ebreo in 7 giorni

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Zucker! ...come diventare ebreo in 7 giorni
titolo originale Alles auf Zucker!
nazione Germania
anno 2004
regia Dani Levy
genere Commedia
durata 90 min.
distribuzione Lady Film
cast H. Hübchen (Jakob Zuckermann) • H. Elsner (Marlene Zucker) • U. Samel (Samuel Zuckermann) • G. Tencer (Golda Zuckermann) • S. Groth (Thomas Zuckermann)
sceneggiatura D. LevyH. Franke
musiche N. Reiser
fotografia C. Koschnick
montaggio E. Bromund
uscita nelle sale 25 Novembre 2005
media voti redazione
Zucker! ...come diventare ebreo in 7 giorni Trama del film
Nella Berlino post-unificazione, Jacob Zuckermann, dopo la morte di sua madre, sta per incontrare suo fratello, con cui non parla da anni. Nella divertente commedia degli equivoci che ne nasce, Jacob dovrà inventarsi un'identità ebrea ortodossa per ricevere una fetta dell'eredità materna...
Recensione “Zucker! ...come diventare ebreo in 7 giorni”
a cura di Vaniel Maestosi  (voto: 7)
Solo ventiquattro giorni di riprese per girare una delle settimane più divertenti delle commedie contemporanee. Daniel Levy, autore anche della sceneggiatura con Holger Franke, riesce a fondere una regia imprevedibile ad una storia normale, interessante e surreale, proprio perché normale. In fondo nulla più del quotidiano risulta spesso improbabile e grottesco.
I personaggi hanno energia e stoffa, nessuno è banale, trovano il modo di esprimersi, di dichiararsi, di dimostrare intelligenza e ironia, con delle smorfie piene che riempiono l’immagine spesso più di qualsiasi recitazione. Come non affezionarsi e non schierarsi accanto a Jacob Zuckermann, detto Jaeckie Zucker, uomo bugiardo, geniale e con il biliardo nelle vene, riesce a imprimere ad ogni situazione uno sprint convincente, una trovata, un finto infarto capace di fargli vivere due vite parallele. Lui, comunista e grande fallito della riunificazione odia il fratello Samuel “dell’altra parte del muro”, serio, severo e fervente ebreo ortodosso, ma capace di far ridere l’intera sala per più di un minuto, in una delle scene più esilaranti del film, un balletto post aspirina “truccata” che vale da solo il prezzo del biglietto.
Il film si muove leggero in uno sfondo delicato come la travagliata Berlino post muro, colma di locali scarni e sentimenti contrastanti. Ha la capacità di coinvolgerti e farti anche pensare, l’ironia ebraica è del tutto positiva e assolutamente costruttiva. Levy riesce ad intrecciare le rispettive famiglie, i loro incontri/scontri, le loro rivelazioni, i pensieri nel medesimo stile con cui il grande Billy Wilder disegnava le sue mitiche commedie.
La regia, suo pregio, non è mai affettuosa o smielata, non ha assolutamente bisogno, lo spettatore si diverte in crescendo dall’inizio alla fine.
Commenti del pubblico







Ultimi commenti e voti
Utente di Base (3 Commenti, 0% gradimento) JohannesBorgen 23 Maggio 2013 ore 15:43
voto al film:   6

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