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All'alba del 26 maggio 1828, in una piazza di Norimberga viene trovato un giovane sporco e sbigottito. Tra le mani ha una lettera anonima in cui si dice che, abbandonato dalla madre, è stato educato da un contadino il quale non puo più averne cura e quindi lo affida al locale capitano di cavalleria. I contemporanei fantasticano che possa trattarsi di un figlio spurio di Napoleone o addirittura di un principe, ma nessuno conosce la verità. In un primo tempo messo in prigione, poi affidato alla pietà del carceriere che se lo porta a casa, deriso come fenomeno da baraccone, adottato da un anziano insegnante e da una nobile inglese, il giovane, dopo essere scampato a due attentati, viene ucciso nel 1833, forse dallo stesso sconosciuto che lo aveva lasciato sulla piazza. L'autopsia accerterà che aveva il cervello più piccolo del normale e questa sembrerà la giusta spiegazione della sua debolezza mentale. Sepolto ad Ansbach, è rimasto un enigma, alcuni considerandolo un impostore altri un simbolo di innocenza. |
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"Ho proprio l'impressione che la mia apparizione quì, su questa terra, sia stata una caduta pesante..."
Il tema è quello del “ragazzo selvaggio”, ispiratore di tante leggende ma anche di tanti romanzi, studi scientifici e ricerche sociologiche: basti pensare a Paul Verlaine, George Trakl e Max Weber. Anche Herzog ci racconta il “suo” ragazzo: Kaspar Hauser. Simbolo dell’estraneità da tutto e tutti (“…più vivo e meno mi piace questo mondo…”), e al tempo stesso al centro delle attenzioni di tutti. C’è chi lo deride, chi gli vuole bene, chi lo vede un pericolo per la comunità, chi lo educa…
E’ l’estraneo per eccellenza, fuori da qualsiasi norma giuridica, religiosa o sociale; la sua passione per l’apprendimento della comunicazione non cancella un mondo interiore che nessuno potrà mai conoscere. Un mondo di sogni e incubi, di visioni premonitrici, di angoscia e di morte…Alla fine la morte arriverà, senza volto e senza un motivo, e quando l’autopsia rivelerà che il cervello di Kaspar è più piccolo del normale, il dubbio di chi credeva nella sua idiozia viene sciolto. Non vengono sciolti invece i dubbi di chi vede in lui il simbolo dell’innocenza, ma anche di una mente libera e rivoluzionaria, lontana da dogmi e ipocrisie. Bruno S., lui stesso cresciuto orfano tra riformatori e carceri, è assolutamente straordinario. Ogni suo movimento, ogni suo sguardo ha la regalità di un’interpretazione teatrale e la carica espressiva di un quadro, magistralmente accompagnato da un doppiaggio eccezionale e da una fotografia splendida.
Memorabili le scene con i due pastori luterani e con il professore di matematica. |
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Commenti del pubblico |
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News sul film “L'enigma di Kaspar Hauser” |
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Mestre, al Candiani i film di Werner Herzog (31 Marzo 2007)
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