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8,5
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A mio avviso il miglior film del 2012, incredibilmente sottovalutato. Anna Karenina è un romanzo molto complesso, sia per le tematiche che tratta, sia per il lungo sviluppo della trama, sia per la coesistenza di due protagonisti e di due plot paralleli. Non era facile rendere tutto ciò sullo schermo, e non dico che sia possibile riuscirvi interamente. Né era facile rappresentare Anna Karenina in un modo nuovo, distinto dai precedenti prodotti cinematografici e quindi appetibile per il pubblico. Wright e Stoppard sono riusciti nell'impresa, dando il giusto risalto al teatro dell'haute société pietroburghese, nonché alle opposte vicende di Anna-Vronsky e Kitty-Levin. Si è persino trovato il modo di inserire, splendidamente, la morte di Nikolaj, una delle tre morti di Tolstoj. Non vi sono punti lenti nella sceneggiatura e l'ambientazione è fantastica, anche quando si esce dai salotti-teatri della nobiltà. Unica nota negativa: A. Johnson.
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6,5
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Wright è regista di talento e lo vuole fare vedere, perfino troppo. Convincendo assai nella prima oretta scarsa, stancando sempre più man mano che la proiezione procede, trascinandosi stancamente verso un finale prevedibile e sempre più atteso. Virtuoso ma freddo, non riesce ad appassionare più di tanto. La Knightley è discreta finché deve fare la parte della donna felice e innamorata, imbarazzante quando prova a scimmiottare dolore e sofferenza. Impeccabili costumi e scenografie.
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7
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E' vero, il desiderio del regista di sfoggiare tutto il suo talento artistico nei preziosismi è evidente e si ha subito l'impressione che il mezzo prevalga sul fine: così il palcoscenico si trasforma in un set cinematografico in continua evoluzione, con personaggi che entrano in scena in modo un pò forzato conferendo movimento all'insieme; fra svolazzi di costumi d'epoca e congegni tecnici si sdipana tutta l'opulenta società zarista dell'epoca. La cura delle immagini diventa maniacale: alcune scene d'interni sono cesellate nei particolari come quadri fiamminghi, altre di esterni, come quella della mietitura, appaiono eccessive e un pò fini a se stesse. Poi c'è la storia della protagonista, il suo dramma interiore, l'emarginazione dalla società ipocrita. Il tutto è registrato da un punto di vista per così dire "esteriore". Però nel complesso il film regge e coinvolge: il dramma letterario ne esce in qualche misura alleggerito. Sicuramente da vedere.
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7,5
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7,5
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rimettere mano ad un capolavoro della letteratura non era semplice, dargli poi una chiave di lettura diversa è straordinario. Quindi onore al merito sopratutto del regista e dello sceneggiatore. Lei, Anna, è anche essa straordinaria
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7
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Un film in costume sull'impero zarista raccontato sullo schema di una tragedia greca ma secondo i ritmi di un musical e con scene al limite del fantasy. L'innovazione di Wright su questo grande classico è tutta nella regia che spesso, è vero, finisce per tramutarsi in leziosismo e per smorzare l'enfasi del dramma. Ma il dramma è talmente conosciuto, che onestamente, senza questi virtuosismi, bastava rivedersi la Garbo o rileggersi il romanzo. Per il resto, i temi di Tolstoj ci sono tutti, la storia segue il romanzo (per quanto la Karenina della Knightley appare meno vittima e più consapevole). In conclusione, nota negativa per gli attori: la Knightely non è aiutata dal paragone con la Garbo, ma si salva, il biondino ossigenato che interpreta Vronsky è, invece, semplicemente improponibile.
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5
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Visivamente è un esperimento di alto virtuosismo, con queste quinte teatrali che si succedono fondendosi "magicamente" tra loro. Ma alla lunga, l'esperimento prevale sull'essenza della narrazione. L'emozione e il coinvolgimento scivolano via lasciando spazio ad immagini sempre più fini a se stesse. Anna Karenina è uno di quei classici che si prestano ad operazioni di questo tipo. Ma alla fine viene voglia di riprendere in mano il romanzo e basta sfogliare alcune pagine perché tutto ciò che si è visto, d'un tratto, venga dimenticato.
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