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Tutto si svolge in vari luoghi d’Italia, in sei giorni, gli ultimi di Eluana Englaro, la cui vicenda resta sullo sfondo.
Un senatore deve scegliere se votare per una legge che va contro la sua coscienza o non votarla, disubbidendo alla disciplina del partito, mentre sua figlia Maria, attivista del movimento per la vita, manifesta davanti alla clinica dove è ricoverata Eluana.
Roberto, con il fratello, è schierato nell’opposto fronte laico. Un "nemico" di cui Maria si innamora.
Altrove, una grande attrice cerca nella fede e nel miracolo la guarigione della figlia, da anni in coma irreversibile, sacrificando così il rapporto con il figlio.
Infine la disperata Rossa che vuole morire, ma un giovane medico di nome Pallido si oppone con tutte le forze al suo suicidio... |
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Non ci sono sentenze, giudizi o dogmi, ci sono opinioni, ci sono prospettive, scontri e incontri.
Un film per chi si pone delle domande, ma soprattutto per chi non se le è ancora poste.
Una pellicola che non si esaurisce con l’ultima immagine del film, ma che forse proprio in quel momento inizia, grazie a tutto quello che avremo da dirne al riguardo. |
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Ultimi commenti e voti |
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7,5
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Un fatto di coscienza, un tema delicato impossibile da risolvere in fretta e senza profonde e attente riflessioni, cosa che sembra impossibile nell'Italia di oggi dove tutto si risolve in cagnara o isteria collettiva. Il regista cerca di raccontare il punto di vista di chi resta senza esprimere giudizi ma semplicemente narrando la storia di Eluana non già attraverso la cronaca ma intrecciando tre diverse storie. Ed è propria la storia, delicata ma incisiva, lenta ma emozionante a convincere anche più del cast (Servillo sempre all'altezza e Maya Sansa bravissima anche se centellinata, una chicca la figura dello psichiatra in Senato con Herlitzka ). In definitiva un film che sa toccare i tasti giusti e che non scade mai in facilonerie moralistiche da pro o contro.
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6,5
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7,5
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Non so dire se è un bel film, di sicuro è ben fatto e ancora meglio recitato (Servillo semplicemente da Oscar). il tema non era facile e il rischio di annoiare o, peggio, di indisporre lo spettatore con predicozzi preconfezionati era altissimo: non amo Bellocchio, ma bisogna riconoscere che se l'è cavata bene.
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7
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Effetto Rashomon sulla morte da parte del regista Prospettive diverse nelle tre storie : come liberazione ,via di fuga e ragione di vita Ottima la musa di Chabrol ,Servillo decente forse perché al di fuori dei soliti personaggi
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5
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7
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Un bel film con tre difetti, o meglio uno, i figli di. In ordine di imbarazzo: Brenno Placido, Gianmarco Tognazzi, Pier Giorgio Bellocchio. Il film si districa bene fra i tanti rischi in gioco. Non si appiattisce sul fatto di cronaca. Non strumentalizza l'argomento in chiave politica. Non pretende di vendere verità sul mistero del fine vita. Mi è piaciuta la scenografia, dagli interni asettici della giovane bionda "bella addormentata", ai bagni "romani" dei parlamentari. Ottime le interpretazioni di Servillo, Sansa e Herzlika, ma è un film corale dove fanno tutti una bella figura (il trio di raccomandati è in netto stridore col contesto). Infine, l'impianto narrativo è forse debole. Ma il tema del film non è l'arcinota storia di Eluana, quanto i drammi di tre famiglie che reagiscono a loro modo davanti al dolore e alla misteriosa dinamica tra vita e morte. Questo è il tema centrale del film che per me è sviluppato in maniera chiara, lucida e coerente.
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6
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Non si capisce perché tante approvazioni. Per rispetto al Bellocchio bravo regista? Per il tema esistenzialmente rilevante? Sarà, ma a vederlo il film non è riuscito. Le cose belle del film sono facili, drammatiche (non ci vuole niente a far piangere, diceva Totò) e quindi anche certe buone prove attoriali sono agevolate. Ma altre parti sono veramente delle tirate noiose (ma si può fare un episodio più inverosimile, forzato e retorico di quello della tossicodipendente?). Un film che nel migliore dei casi procede a singhiozzo, con cadute, deviazioni, una sceneggiatura incerta. Bellocchio prova coraggiosamente a raccontare cose importanti, ma credo che lo danneggi la sua sicumera e forse la narrazione fintamente (secondo me) politically correct. Con il tutto il rispetto del gruppo di lavoro, grande ambizione, discreta realizzazione e poi sul dibattito via/morte non mette/non toglie. Perché poi tante polemiche su un mancato premio a Venezia? Per un film a metà dovrebbero un mezzo premio.
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6,5
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6,5
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Bellocchio è meno parziale di quanto ci si sarebbe aspettati, girando questo film attorno ad Eluana più che su Eluana, e bisogna riconoscergli il merito di essere equidistante e profondo nell'affrontare il delicato tema dell'eutanasia. Segno di sensibilità e intelligenza, checché ne dicano gli estremisti di entrambi gli schieramenti. Purtroppo le riserve sono dovute alle qualità estetiche del film, più che al messaggio: le storie sono un po' slegate, quella degli amori adolescenziali a Torino è un po' inutile e molto improbabile; il film stenta a decollare tra i passaggi continui da una storia all'altra; alcuni passaggi hanno qualcosa di televisivo e Pier Giorgio Bellocchio è imbarazzante come al solito. Non mancano però alcune scene di grande cinema, e l'interpretazione di Servillo è un'altra gemma purissima, e basta a rendere il suo episodio il più bello e significativo del film. Sempre notevole anche la Huppert.
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