Il cinema di Susanne Bier merita rispetto e suscita sempre interesse. La brava regista danese, pur avendo una grande potenzialità autoriale, ogni tanto rimane prigioniera di un gusto semplice, mascherato da un'estetica sofisticata. La commedia sentimentale Love is all you need, ambientato stereotipatamente in Italia, non è nient'altro che una cartolina. Bella e ricercata, ma sempre e comunque una cartolina. |
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Ultimi commenti e voti |
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6,5
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Rimane veramente poco nel cinema di Susanne Bier del Dogma 95, giusto un guizzo ogni tanto che si perde nel resto della messa in scena che tende inevitabilmente al rosa. C'è da dire pero' che rispetto allo stereotipo da cartolina dei, sia chiaro, meravigliosi paesaggi nostrani, c'è anche chi è riuscito a far di peggio. Il problema del film dal mio punto di vista è l'happy end, scontato e sdolcinato quanto improponibile perchè in realtà il resto del film rimane, per chiara volontà della regista, in bilico tra il romantico e il patetico mettendo in scena le peggiori miserie umane di fronte alle relazioni umane. Ecco, forse spingere sull'acceleratore utilizzando meglio i molti e macchiettistici personaggi improponibili che la Bier presenta avrebbe giovato e non poco al risultato finale.
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4
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sembra un harmony mal riuscito, lento scontato e molto noioso
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6
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5
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Troppo brutto per essere vero. La Bier prova a fare una commedia, ma le esce un melodramma sbagliato che alterna stereotipi holliwoodiani, patetici tentativi di autorialità, macchiette superficialissime che vorrebbero essere comiche e battute raccapriccianti. Gli attori fanno a gara nel recitare uno peggio dell'altro (la palma va a Pierce Brosnan e al suo sopracciglio), e la sceneggiatura pare scritta sotto effetto di stupefacenti. La fotografia non vuole sfigurare e inanella tutti i peggiori stereoripi da cartolina turistica della costiera amalfitana. E' tutto così brutto e in maniera talmente perfetta, da suscitare il comico involontario; nell'orrore lo spettatore si appassiona e si incuriosisce nel vedere fino a che punto si può scendere in basso e quali ulteriori abomini si possono toccare; in ciò la visione risulta quasi appassionante...
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6,5
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esattamente quel che ti aspetti dopo aver letto "commedia/sentimentale" accanto al nome di Susanne Bier. è quello che è ma è ben fatto, e gli stereotipi propri del genere si muovono meglio del solito, convincono di più, e forse lasciano persino qualche traccia (insieme a un vago sospetto che forse più che sentimentale sarebbe stato meglio chiamarla "commedia drammatica"), grazie soprattutto alla buona recitazione della Dyrholm ma anche dell'insospettabile Pierce Brosnan. menzione speciale per l'incredibile bellezza della Egelind, per il coraggioso Ciro Petrone, e per l'agrumeto sorrentino (già perché, a proposito, siamo in Italia - con buona pace del Woody Allen di To Rome With Love...).
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6,5
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E' stato piacevole ritrovare la Bier in una veste più "leggera". Qui l'incantevole paesaggio costiero di Sorrento con i suoi colori e profumi fa da sfondo a una commedia romantica e un pò sdolcinata ma non banale e, sia pure fra trovate non sempre imprevedibili, il film scorre piacevolmente divertendo. Si può vedere.
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