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La passione di Cristo ambientata in Sardegna, con attori non professionisti che recitano in dialetto. La vicenda è nota ed in questo senso non viene aggiunto nulla. Restano impresse alcune scelte di regia a partire da quella singolare di far interpretare il ruolo di Gesù ad un attore che esteticamente contraddice tutti i codici ai quali eravamo abituati. Il Cristo di Columbu ha occhi bovini, tratti somatici grevi, è irsuto e totalmente privo di eleganza. Ma proprio questa scelta si rivela vincente e in perfetta assonanza con la citazione di Isaia che apre il film. Straordinari i paesaggi. Convincenti i volti scelti per tutti i personaggi. La fotografia plumbea accresce la tensione drammatica. E' un film sincero e autenticamente sentito dal suo autore. Un atto di fede ed una riflessione non banale sulla figura di Gesù Cristo.
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