Cinema del Silenzio - Rivista di Cinema

Recensione: Muffa

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Muffa
titolo originale Küf
nazione Turchia / Germania
anno 2012
regia Ali Aydin
genere Drammatico
durata / note 94 min. / opera prima
distribuzione Sacher Distribuzione
cast E. Kesal (Basri) • M. Uzuner (Policeman) • T. Biçer (Cemil)
sceneggiatura A. Aydin
fotografia M. Tuncel
montaggio A. BoyaciogluA. Ergürsel
uscita nelle sale 30 Aprile 2013
media voti redazione
Muffa Trama del film
Basri è un ferroviere che vive giornate sempre uguali, non riuscendo a dimenticare il figlio scomparso anni prima dopo essere stato fermato per attività antigovernative.
Commenti del pubblico







Ultimi commenti e voti
Medaglia d'Oro (682 Commenti, 68% gradimento) ale84 Medaglia d'Oro 11 Luglio 2013 ore 09:43
voto al film:   7

Non è un film che si dimentica facilmente, questo Muffa, anche se certo non è un film che viene incontro allo spettatore o che si può definire 'piacevole'. Sulla scia delle opere di Nuri Binge Ceylan, soprattutto dell'ultimo, altrettanto esasperante (concordo con Accarin) e affascinante 'C'era una volta in Anatolia', questo thriller psicologico che quasi bandisce la suspence per concentrarsi solo sull'anima, sul dolore, sulla dignità, sull'attesa, non lascia indifferenti, almeno non quegli spettatori che sono riusciti a non addormentarsi. Notevolissima l'interpretazione dello sconosciuto attore protagonista.
Medaglia d'Oro (264 Commenti, 70% gradimento) mimma Medaglia d'Oro 6 Maggio 2013 ore 12:11
voto al film:   7

Silenzio e attesa sono le note peculiari di questa opera prima che si sdipana con esasperante lentezza nelle spire di un paesaggio piatto e opaco, sospeso tra infiniti binari e lande desolate: come gli animi dei personaggi. Basrì è in attesa di conoscere la sorte del figlio, scomparso misteriosamente 18 anni prima a Istanbul. Da allora, va regolarmente all'ufficio postale per spedire le sue petizioni al Governo. Cemil è invece un personaggio fosco, un'ombra malefica di dostoevskijana memoria: insensatamente crudele, dannatamente perduto. Lo sfondo: siamo in Turchia, ma non in quello stato prossimo all'integrazione europea bensì in un paese primordiale e isolato dal mondo civile. Tale isolamento si riflette specularmente sulla solitudine di questi uomini, in una riflessione sul dolore e sulla gratuità del male che si fa universale e che l'assenza di colonna sonora non fa che rimarcare con inquadrature di un impietoso realismo. Film crudo e acre da vedere per comprendere...
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