Cinema del Silenzio - Rivista di Cinema

Recensione: Miss Violence

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Miss Violence
titolo originale Miss Violence
nazione Grecia
anno 2013
regia Alexandros Avranas
genere Drammatico
durata 99 min.
distribuzione EyeMoon Pictures
cast T. Panou (padre) • R. Pittaki (madre) • E. Roussinou (Eleni)
sceneggiatura A. AvranasK. Peroulis
fotografia O. Mytilinaiou
montaggio N. Helidonidis
uscita nelle sale 31 Ottobre 2013
media voti redazione
Miss Violence Trama del film
Il giorno del suo compleanno l’undicenne Angeliki si butta giù dal balcone e muore con un sorriso stampato sul volto. Mentre la polizia e i servizi sociali tentano di scoprire il motivo di questo apparente suicidio, la famiglia di Angeliki continua a ripetere che si è trattato di un incidente. Qual è il segreto che la piccola Angeliki ha portato con sé nella tomba? Perché la sua famiglia continua a cercare di dimenticarla e di tornare alla sua vita normale?
Commenti del pubblico







Ultimi commenti e voti
Medaglia di Bronzo (51 Commenti, 80% gradimento) barney Medaglia di Bronzo 3 Gennaio 2017 ore 00:19
voto al film:   8

Medaglia d'Argento (171 Commenti, 75% gradimento) Bardamu1991 Medaglia d'Argento 8 Dicembre 2015 ore 16:23
1
voto al film:   7,5

Haneke, Lanthimos (medesima scuola greca), ma anche il Vinterberg di “Festen”. Una violenza di rado fisica (è forte, però, la scena in cui la piccola sorella schiaffeggia il fratello, con la camera che ruota). È una violenza tutta psicologica, così, quella di Avranas, che serpeggia tra i personaggi e investe inevitabilmente lo spettatore. Tra silenzi, allusioni, obbrobri. E un’inquietudine che fa male. Gran film.
Utente di Base (0 Commenti, 0% gradimento) charlie91 4 Novembre 2015 ore 16:37
voto al film:   6

Medaglia d'Oro (247 Commenti, 80% gradimento) giampaolosy Medaglia d'Oro 24 Gennaio 2015 ore 06:07
voto al film:   6

Haneke, Kim Ki Duk ma anche un Kaurismaki sotto acido per inscenare un orrore quotidiano a tratti letteralmente inguardabile. Il rigore della messa in scena stride con l'incubo della storia; dall'incubo con cui comincia all'incubo peggiore con cui prosegue. La figura del padre padrone e delle donne sottomesse è spinta al limite del grottesco. Film urticante a tratti fastidioso proprio per questo probabilmente film da rivedere, una visione non basta.
Utente di Base (3 Commenti, 0% gradimento) JohannesBorgen 12 Dicembre 2013 ore 23:50
voto al film:   7,5

Medaglia d'Oro (264 Commenti, 70% gradimento) mimma Medaglia d'Oro 12 Dicembre 2013 ore 15:49
2
voto al film:   8

Per quanto ben scritto non condivido il commento di chi mi ha preceduto e trovo invece il modo di rappresentazione scelto dal regista molto efficace, oltre che straordinariamente forte, capace eccome di suscitare spunti di riflessione. La messa in scena elegante e distaccata dell'orrore ha una resa cinematografica assai pregevole, altro che. Dopo Vintemberg in "Festen" e Roth in "War zone" tocca a Avranas affrontare il tema della famiglia apparentemente normale e attraverso uno scavo interiore denunciarne la corruzione e il disfacimento morale. Qui si tratta di un nucleo patriarcale organizzato gerarchicamente e chiuso al suo interno;esso si fonda su regole maniacali e tramite la manipolazione delle menti e lo sfruttamento dei più deboli, fa si che tali regole vengano perpetuate con rigida immutabilità e accanimento ossessivo. E' vero, di violenza fisica se ne vede poca, ma di quella psicologica è pregno il dramma. Film scomodissimo e irritante, difficile da dimenticare, non per tutti
Medaglia d'Argento (164 Commenti, 65% gradimento) Clavius Medaglia d'Argento 12 Dicembre 2013 ore 12:31
3 1
voto al film:   5,5

I richiami ad Haneke sono evidenti. Identica la messa in scena distaccata dell'orrore. Non avendo mai amato il cinema mistificatorio dell'autore austriaco, mi trovo a non rimanere convinto nemmeno dall'operazione di questo cineasta greco che ne ricalca fedelmente lo stile. Troppa distanza dal dramma, troppa seriosità nella messa in scena, gli attori costretti all'inespressività per compiacere i rovelli stilistici del regista. Formalmente elegante, risulta una cornice estetizzante di una storia di orchi e vergini divorate nel cuore gelido di una famiglia malata. Quello che non torna di questa operazione è la sincerità dello sguardo. Tutto è volutamente finto, tutto è rappresentato con un distacco così irreale che finisce col rendere irreale anche il male che vorrebbe rappresentare. All'inizio folgorante, segue una storia morbosa fino al compiacimento. Non solo non scalda i cuori ma la visione del male così distante, fredda, e intelletualistica annulla qualsiasi riflessione morale.
Medaglia d'Oro (682 Commenti, 68% gradimento) ale84 Medaglia d'Oro 3 Dicembre 2013 ore 12:15
2
voto al film:   8

Esercizio di cinema della crudeltà alla Haneke, è impressionante per stile e rigore, soprattutto se si pensa che il regista è appena trentenne. Rispetto al "Nastro bianco" è forse meno radicale e incisivo, distinguendo nettamente il 'mostro' dalle sue vittime sacrificali ed evitando ogni evidente lettura stodico-politico. Avranas studia i meccanismi vittima-carnefice con perizia e distacco entomologici, raffreddando continuamente la narrazione ed evitando ogni scena grandguignolesca; e riesce a fare un film disturbante, inquietante e violentissimo mostrando pochissima violenza, ma affidando la suggestione a porte chiuse, silenzi e inquadrature raggelanti. Una distruzione della famiglia e della morale borghese che può infastidire e turbare, ma che difficilmente lascerà indifferenti.
Medaglia d'Oro (273 Commenti, 64% gradimento) anzianzi Medaglia d'Oro 23 Novembre 2013 ore 00:00
voto al film:   7,5


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