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L’ex detenuto Joe Ransom, un uomo collerico con una vita dura alle spalle, sta cercando di dominare il suo istinto a cacciarsi nei guai. Ma poi Joe incontra un ragazzino sfortunato che risveglia in lui un istinto di protezione... |
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Tutto già visto, eh. Mettiamo subito le mani avanti. Ma va detto che qui Nicholas Cage fa un figurone, mica roba di tutti i giorni. D’altronde che regali una buona interpretazione in un film che ruota intorno al tema delle seconde possibilità non è certamente un caso. La forza del film risiede proprio nella freschezza delle interpretazioni, colme di verità e dolore, che suppliscono una sceneggiatura invece debole e scontata |
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REGIA - FOTOGRAFIA | |
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SCENEGGIATURA - ORIGINALITÀ | |
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Commenti del pubblico |
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Ultimi commenti e voti |
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5,5
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6,5
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Batte strade già note il nono lungometraggio di David Gordon Green, ma forte di un grande Nicholas Cage e di un finale in crescendo, riesce a sopperire bene alla mancanza di originalità. Inizialmente si rimane un po' sconcertati di fronte all'ennesimo ritratto della provincia americana più povera e malfamata, apprezzata anche nel recente Out of the furnace (ma gli esempi analoghi sono parecchi). Sappiamo quindi cosa aspettarci, ma col passare dei minuti la forza drammatica della storia prende il sopravvento e arriva un momento in cui ci si rende tragicamente conto che la cruda realtà descritta dal film può portare a degli scenari agghiaccianti. Ciò che può accadere in questi mondi dimenticati da dio è ai limiti della decenza umana e completamente fuori dalla comprensione della società - diciamo così - "normale". Insomma, Joe è un duro ritratto di un'America veramente ai confini del mondo, poco innovativo ma certamente efficace.
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6
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Una buona fotografia, una splendida canzone finale e delle buone interpretazioni del cast, soprattutto del giovanissimo Sheridan, vengono sprecate in un film dalla sceneggiatura prevedibile e a tratti ridicola, in cui il bene e il male sono tagliati con l'accetta. Un peccato, perché la regia non è da buttare.
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