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credo che questo sia uno dei pochi film americani del genere a porsi seriamente alcune problematiche sociali. non intendo certo quello delle armi, che sarebbe fin troppo scontato, ma, per come ho interpretato io il film, quello del Mercato Economico. Più volte infatti si allude, all'interno del film, allo strapotere del mercato, anche se, a rigor di logica, il film ha per oggetto la violenza e le armi. Questo mi spinge a leggerci un'allegoria, forse solo accennata, dell'America come luogo della legge della giungla, a livello economico, dove tutto è permesso, a chi può permetterselo, mentre lo Stato ufficialmente non parteggia, ma segretamente aiuta le elitès dominanti. Davanti all'evidente impossibilità del pacifismo in questa situazione, chi si oppone al sistema non ha altra strada se non quella di ricorrere alla violenza. In definitiva lo ritengo un ottimo film nel suo genere e per la sua stessa provenienza americana, di cui conosciamo la reticenza a criticare i propri ideali.
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Nel nome di Carpenter e Romero strizzando l'occhio ai Guerrieri della Notte di cui riprende i clichè della violenza urbana Anarchia è un "piacevole" divertissment di 1:40 che riesce a tener inchiodato lo spettatore fino alla fine tra colpi di scena e ultraviolenza a fiumi. Se lo scopo è intrattenere missione compiuta, se lo scopo era riflettere sulla tematiche attualissime delle armi e la violenza made in USA, rivedere i maestri di cui sopra!
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Costruito secondo gli stilemi di certo cinema di genere in voga tra la fine degli anni'70 e i primi '80. Quello dominato dalle bande giovanili o dagli incubi sociali di cui si è fatto interprete Carpenter. In questo suo tentativo di recuperare quelle atmosfere vien voglia di considerare lo sforzo come encomiabile. L'idea è carina, i tempi del thriller sono rispettati, l'azione non manca. Qua e là la sceneggiatura vacilla, ma in questa estate non si trova sugli schermi gran ché di meglio.
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