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Gonfiato come i muscoli di Diesel e Johnson e inverosimile ai limiti della demenza (a un certo punto qualcuno dichiara che le macchine non volano e allora ecco lì tutti a cercare di dimostrare il contrario) il settimo f&f dimentica le corse clandestine e si atteggia a film di supereroi con un occhio a 007. La trama è risibile, una scusa per spostarsi in locations più o meno esotiche, e lo svolgimento pieno di buchi (oltre che tirato un po’ per le lunghe), ma, in fondo, non importa: spegnendo il cervello e lasciandosi andare queste due ore riescono a divertire proprio perché sono esagerate. La recitazione non è da picchi dell’arte drammatica, cosa peraltro non richiesta, e anche Russell è al limite sindacale: tra inespressività (Diesel) e mossette (Rodriguez) si fa preferire il cattivone di Statham. Eccellente il lavoro per completare il film senza Walker, morto a metà riprese: tra ricicli, fratelli e computer non si percepiscono cesure fino alla commossa uscita finale.
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Concordo. Esagerato. E non sto parlando soltanto del lancio in paracadute con annesse auto. Non sto parlando del volo su una supercar tra tre grattacieli. Non sto parlando della distruzione di Los Angeles senza che muoia neanche un passante (nemmeno di professione). Piuttosto, il massimo è rappresentato da The Rock, il quale rompe un gesso indurendo i muscoli del braccio ed il quale rimane perfettamente illeso dopo essersi gettato con un'autoambulanza su un drone. Follia allo stato puro, divertente fino ad un certo punto. Tre inseguimenti sono troppi per un franchise di basso livello come questo. Naturalmente gli attori sono quello che sono, così come le loro interpretazioni. D'altra parte devono soltanto fare a botte e guidare come dei forsennati.
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