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La bravura della piccola protagonista, dai grandi occhi curiosi e pieni d'amore, a cui fa da contraltare la sapienza consumata della sempre grande Julianne Moore, è forse la ragione principale di interesse di un film che ha tutte le caratteristiche del migliore cinema indipendente, ma che manca forse un po' di incisività e profondità. Molti personaggi risultano infatti poco realistici, ora troppo dolci e remissivi ora troppo menefreghisti e superficiali; il finale, consolatorio e improbabile, pare poco credibile; la lunghezza finisce per essere eccessiva e alcuni momenti per essere ripetitivi e vuoti. Come il recente "Incompresa" di Asia Argento, il film prova a raccontare il crollo della famiglia dal punto di vista di un bambina, e lo fa partendo da un modello classico (un racconto di Henri James in questo film, il film di Comencini in quello dell'Argento): operazione sicuramente meritoria, ma in entrambi i casi, riuscita soltanto a metà.
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