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Mardin, 1915. Una notte la polizia turca fa irruzione nelle case armene e porta via tutti gli uomini della città, incluso il giovane fabbro Nazaret Manoogian, che viene così separato dalla famiglia. Anni dopo, sopravvissuto all'orrore del genocidio, Nazaret viene a sapere che le sue due figlie sono ancora vive. L'uomo decide così di ritrovarle e si mette sulle loro tracce. La ricerca lo porterà dai deserti della Mesopotamia e l'Avana alle desolate praterie del North Dakota. In questa odissea, l'uomo incontrerà molte persone diverse: figure angeliche e generose, ma anche incarnazioni demoniache. |
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Ultimi commenti e voti |
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4,5
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5
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prendi un attore incapace di recitare e digli che non deve neanche parlare, poi dagli da reggere sulle spalle una specie di sceneggiato televisivo alla Michele Strogoff con tutta la retorica e la pesantezza di un sermone, senza dimenticare di sollecitare di quando in quando le più facili emozioni dello spettatore - se non altro per evitare che si addormenti. l'ultima fatica di Atkin è davvero una gran fatica da vedere fino in fondo, un interminabile ed estenuante pippone morale che sentendosi forte dei suoi nobili intenti si permette di andare avanti sempre uguale a se stesso per più di tre ore e che finisce per mietere in sala anche più vittime che sullo schermo, e con ogni probabilità lo strumento peggiore attualmente a disposizione per appassionarsi o anche solo interessarsi alla causa degli Armeni.
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5
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Lineare, piatto, telefonato, a tratti patetico, senza emozioni, interpretazioni senza guizzi, monotono, avvitato sulla ricerca dell'immagine ad effetto e della migliore fotografia, musiche che non coinvolgono: insomma, film abbastanza mediocre. Salvo la scena in cui, in un cinematografo improvvisato su un muro, Chaplin fa ridere tutti. Akin stavolta, purtroppo, fallisce.
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6
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Dopo il fantastico "la sposa turca", attendo speranzoso che Akin ci regali un'altro film di quel livello. Purtroppo, fino ad ora, l'attesa è stata vana. "Il padre" è appena sufficiente, ma giusto perché ho comunque una predilezione per questo regista. Questo atipico road movie si trascina senza particolari guizzi. E nel finale, non basta colorare un po' di grigio i capelli del protagonista: dalla prima inquadratura fino alla conclusione, tutto sembra fuorché il padre di due gemelle che sembrano invece essere a lui coetanee. Ma non è certo questa discutibile scelta di cast ad impedire al film di raggiungere maggiore spessore. Si ha la sensazione di un lento trascinamento che rende il film poco memorabile.
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