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Film ambientato in una Turchia di 100 anni fa, ai tempi del crepuscolo dell'Impero ottomano e dell'imminente avvento di M. Kemal (Ataturk). Estremamente tragico e struggente come solo la guerra e l'amore sanno essere, mi ha emozionato. Un film che ha saputo essere incredibilmente romantico pur senza mostrare nemmeno un singolo bacio, credo sia un record (ad onore di chi lo ha fatto). Più si susseguono i suoi films, e più Russel Crowe mi sembra una sorta di "Clint Eastwood" euro-australiano. Condivide con "l'originale" l'avversione (positiva, secondo me) per la retorica, una visione eroica dei protagonisti, che siano gladiatori o contadini (come in questo caso) poco cambia, il chiaro apprezzamento per figure di uomini "veri" nella morale e nei comportamenti. Unica stonatura (trascurabile, però) l'aver scelto una bellezza (absolutely stunning, direbbero a London) come la divina Kurylenko, ucraina, per rappresentare una donna turca: somaticamente non c'azzecca, direbbe il famoso pm.
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