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Ambientato nel maggio del 1945, pochi giorni dopo la fine della guerra, il film racconta la storia di un gruppo di prigionieri tedeschi, tutti giovani soldati adolescenti, che vengono deportati in Danimarca e costretti a sminare due milioni di ordigni disseminati dall'esercito nazista lungo la costa Ovest del Paese. A capo della pericolosa missione, l'implacabile sergente Leopold Rasmussen. Un capitolo completamente sconosciuto della seconda guerra mondiale. |
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Nulla come la rappresentazione delle conseguenze, fisiche e psicologiche, della guerra riesce a comunicare il significato di un conflitto, spogliandolo di ogni elemento spettacolare. "Land of Mine" si fa forte di una solida struttura classica ma riesce ugualmente a imporsi con più di un brivido, di tensione o di orrore, sulla prevedibilità di alcune scelte. |
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REGIA - SCENEGGIATURA - FOTOGRAFIA - IMPEGNO - TENSIONE | |
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RITMO - ORIGINALITÀ | |
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Commenti del pubblico |
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Ultimi commenti e voti |
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7,5
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7,5
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Bella storia, direi anche nuova sotto certi apsetti come quello dell'immediato dopo guerra. Non conoscevo questa parte di storia e mi ha davvero commosso. Bello bello bello.
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7,5
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Una storia raccontata in maniera semplice. Al regista il merito di aver fatto conoscere un momento della guerra che pochi ricordavano. Belle le inquadrature e bravo il cast. Un piccolo ma grande film. Da vedere assolutamente
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7
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Attraverso un linguaggio cinematografico tradizionale, si racconta una pagina misconosciuta avvenuta subito dopo il termine della seconda guerra mondiale. La convenzionalità della messa in scena non riduce ma semmai amplifica una vicenda nella quale il ribaltamento dei ruoli e la crudezza delle situazioni produce non pochi disagi allo spettatore. La bonifica delle spiagge danesi dalle micidiali mine è anche il tentativo di riportare alla "normalità" la Storia, non senza però produrre nuove vittime. Questa volta sono i giovanissimi sconfitti a subire l'onta e l'umiliazione, sono il futuro di una nazione che trovatisi lì quasi per caso, pagano duramente per colpe non proprie. Qua e là la pellicola risulta altalenante nonché votata ad una certa retorica intrisa di pietà. Ma ha il merito di riportare al centro gli uomini. Una tensione a tratti insostenibile e attori di indubbia bravura raggiungono il bersaglio, mostrando le ferite inflitte ai più deboli indipendentemente dalla divisa.
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7,5
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ma da dove sbucano questi? sul serio per questo Zandvliet è la prima volta? e sul serio il fantastico sergente Rasmussen non aveva mai recitato prima? né tutti gli altri? non è possibile, perché grazie a tutti loro questo film è una delle più perfette commistioni di tensione e di sensibilità, la tensione e la sensibilità delle mani sulle mine ma ancora di più la tensione e la sensibilità dei volti, delle persone, addirittura mi sembra strano chiamarli personaggi, perché non recitano, non mentono, e non ti lasciano quando esci dalla sala. e mentre ti accorgi di maneggiare le chiavi della macchina con molta cautela ti chiedi ancora una volta come tutto ciò sia potuto accadere.
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8
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6,5
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Una pagina di storia quasi sconosciuta. La tragedia della guerra che continua anche dopo la fine della stessa. Il vincitore che umilia lo sconfitto vendicandosi su "soldati" poco più che adolescenti: i ragazzi mandati al massacro da Hitler negli ultimi giorni di guerra, sopravvissuti e condannati a espiare gli orrori del regime nazista di cui non erano certamente loro i principali responsabili.
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7
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Buon film su una delle tante pagine legate alle conseguenze della Seconda Guerra Mondiale. Una pagina vera per lo più sconosciuta alle grandi masse e alla retorica della storia. Un film denso di umanità che riesce nell'impresa di farci perfino commuovere e simpatizzare per i ragazzi tedeschi protagonisti, nonostante le nefandezze commesse dai loro connazionali nei 6 anni di conflitto precedenti le vicende raccontate e i 45 milioni di morti innocenti causati nel mondo (di cui 25 milioni russi, ricordiamolo sempre). Un film in fondo molto semplice, realizzato, credo, con un budget contenuto e un cast non numeroso. Un film drammatico che, a tratti, potrebbe essere considerato perfino "lento"...eppure è un film potente, che ti entra dentro, minuto dopo minuto. Ottima la prova di Roland Møller (attore che non conoscevo) nei panni del sergente Rasmussen, e bellissimi i panorami mozzafiato della magnifica costa occidentale della penisola danese dello Jutland. Luoghi sconosciuti...da sogno.
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