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Palma d'oro probabilmente non del tutto meritata per un film ben girato e ben recitato, carico di buone intenzioni, ma retorico e ideologico nella sua impostazione, come spesso avviene nel cinema politico di Loach: proletari buoni e uniti, altruisti e dediti al sacrificio contro uno Stato liberista insensibile e cinico. Tutto un po' eccessivo, un po' forzato, un po' calcato, un po' schematico e prevedibile (come nel pistolotto finale del cittadino che lotta per i propri diritti), e questo rende più difficile l'immedesimazione e il coinvolgimento pieno. "La legge del mercato" aveva trattato lo stesso tema con maggiore sensibilità e forza.
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