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Michael Djerzinski, biologo molecolare, e Bruno Clément, insegnante, sono fratellastri e non potrebbero essere più diversi. In comune hanno solo la madre Jane e il fatto che, cresciuti lontano da lei, sono stati allevati ognuno dalla propria nonna paterna. Michael è introverso, ha come unico interesse le sue ricerche genetiche ed è tanto disinteressato al sesso quanto invece Bruno ne è ossessionato. Poi un giorno tutti e due incontrano l'amore: Michael ritrova Annabelle, una compagna di scuola, e Bruno conosce Christiane durante una vacanza. La felicità sembra finalmente aver bussato alla loro porta finché le due donne non si ammalano gravemente... |
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Uomini come particelle elementari, atomi disgregati in continuo movimento, casuale e legato a fatalità che trascendono ogni progetto o speranza. Un pessimismo claustrofobico e martellante accompagna le esperienze malate di due fratelli senza soluzione di continuità, non risparmiando nessuno dei due. Sequenze choc a luci rosse e momenti di poesia si confondono senza pudore, come senza limiti vengono presentate le gesta erotiche di Bruno o le teorie audaci di Michael, che auspica un mondo asessuato, libero così da violenza ed aggressività. Poesia e sarcasmo si alternano costantemente nel ritratto di una società malata ed alienata, quasi disumanizzata, con la generazione del ’68 sfacciatamente accusata di essere l’esempio madre di questa umanità (liberalizzata) allo sbando… Eppure, sebbene ognuno per strade opposte, i due incontrano l’Amore, sembrano lasciarsi alle spalle paure e debolezze, frustrazioni e sconfitte, fino a quando dolore e solitudine non gli ricorderanno che questo è forse solo il vero ed unico destino degli uomini.
Tratto dall’omonimo romanzo di Michel Houellebecq, il film riprende in parte il nichilismo dell’opera originale, sapendosi muovere però con equilibrio e scioltezza nel suo eterogeneo svolgimento; immagini emotivamente violente e fonti d’inquietudine sono accompagnate da momenti di dolcezza, vengono accantonati facili (pre)giudizi morali e l’ipocrisia lascia il posto alla commossa empatia con la disperazione (più o meno manifestata) dei protagonisti. Di fondo, la necessità assoluta di amare ed essere amati, unico vero rimedio all’epilogo della solitudine che sembra inevitabile.
Presentato al 56mo Festival di Berlino, orso d’argento a Moritz Bleibtreu come miglior attore. |
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Commenti del pubblico |
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News sul film “Le Particelle Elementari” |
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"Soul Kitchen", Fatih Akin & comedy (11 Giugno 2008)
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