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Stati Uniti, anni '70. Karen O'Connor, aspirante giornalista, decide di indagare sulla separazione della famosa coppia di intrattenitori 'Lanny & Vince'.
Stati Uniti, anni '50. Nella camera d'albergo di Lanny Morris e Vince Collins viene ritrovato il cadavere di una bella ragazza morta in circostanze misteriose. Entrambi hanno un alibi di ferro e quindi non vengono accusati né perseguiti, ma di comune accordo decidono di intraprendere carriere separate... |
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"Essere un bravo ragazzo è la cosa più difficile al mondo quando non lo sei"
Una trama torbida e fangosa su di un qualcosa già visto e rivisto, il contrasto tra lo scintillante mondo dello spettacolo americano negli anni 50 (ma non solo) e il cupo dietro le quinte dei suoi protagonisti, fatto di eccessi e perversioni, di barbiturici che si affogano nell’alcool e festini a base di ménage à trois… Liberamente tratto dal libro di Rupet Holmes, è un thriller che descrive la fine del rapporto di lavoro, ma anche d’amicizia, tra i comici Vince Collins e Lanny Morris, legato ad una misteriosa vicenda di una ragazza trovata morta nella suite che ospitava i due e sulla quale indaga una giovane reporter che deve scrivere una biografia su Vince. Dal passato riemergono più ombre che luci, nessuno potrà considerarsi innocente, e verità e bugie si rincorrono in un gioco di specchi nel quale è difficile distinguere realtà e finzione. Peccato che ad accompagnare lo spettatore alla soluzione del complicato rebus ci sia una noiosa e sempre presente voce fuori campo, oltre al fatto che le scene si susseguano spesso senza una logica ben precisa, passando continuamente tra passato e presente attraverso un enorme flash-back, ma ciò che è ancor più grave, da uno stile ad un altro. C’è la mafia, il cadavere, la droga, l’alcool, il sesso, la giornalista che indaga, il tutto senza un collante unico che non sia quello della noia per una storia che non prende mai il volo. In alcuni momenti, specie nelle scene di sesso, ci ricorda David Lynch, per le sue sequenze quasi oniriche e le atmosfere elegantemente surreali, ma il risultato non è paragonabile a quello di un Mulholland Drive o Strade perdute, e soprattutto sono del tutto fuori luogo in un impianto teoricamente realistico. A fronte di queste difficoltà il film vive grazie alle convincenti interpretazioni di Kavin Bacon e Colin Firth, capaci anche di sopperire alla recitazione davvero irritante di Alison Lohman, a metà tra lo spaesato e l’inespressivo.
Proprio come il film. |