Arrivata ormai al quarto episodio “Scary Movie” si posiziona nel novero delle più longeve serie cinematografiche degli ultimi anni; come quasi tutte tra esse, sfrutta la buona idea iniziale e soprattutto il suo riscontro di pubblico per riutilizzare struttura e personaggi al servizio del botteghino. Infatti, sala piena il giorno dell’uscita e pure in quelli successivi a testimonianza della abilità dei realizzatori del progetto (e senza neppure bisogno di troppa pubblicità). Nel caso del nostro film il vantaggio ulteriore è quello della rivisitazione di tutto il visitabile nel genere horror/fantascienza degli ultimi due anni circa: i film parodiati più insistentemente sono ben quattro (La guerra dei mondi, The Village, L’enigmista, The Grudge), ma poi le citazioni minori sono una infinità (da Eastwood a Michael Moore a Ang Lee) ed esorbitano in molti casi dalla scelta che aveva motivato il prototipo, cioè la dissacrazione dei luoghi canonici del genere horror. In aggiunta a questo, il numero imbarazzante di comparsate di volti noti di cinema, sport e televisione (Shaquille O’Neal, Charlie Sheen, Mike Tyson, Bill Pullman, Lesile Nielsen…) in alcuni casi noti, per la verità, soprattutto al pubblico americano, rendono talvolta battute e riferimenti poco digeribili per noi europei. Ma possiamo tranquillamente estendere tale senso di frastuono e indigestione a qualunque fruitore del film, che davvero non saprà come raccapezzarsi in una non trama senza senso alcuno, che assomiglia piuttosto a una puntata di Zelig cui siano state tolte pubblicità e presentazioni dei conduttori. Tutto prevedibile per un film demenziale che non abbia dalla sua nemmeno l’originalità dell’esperimento, però davvero ci si chiede quale sia il bisogno di estenuare il pubblico fino a tal punto, e di sfruttare una vena anche fertile così tanto da rendere probabilmente il filone non utilizzabile per lungo tempo. Non bastasse tutto ciò, va messo in conto anche che il film riprende in diversi casi i suoi antecedenti, per cui chi ha avuto la (mala?) sorte di perdere anche solo una puntata rischia di trovarsi spiazzato.
A voler guardare il lato positivo delle cose, è indiscutibile che vedendo “Scary Movie 4” ci si diverta, e che la sua bulimia comica porti almeno in dono agli spettatori due ore di discrete risate. Contano sicuramente le capacità di David Zucker e di Jim Abrahams, pionieri del genere demenziale fin dal lontano “Aereo più pazzo del mondo”, e che non a caso si sono fatti aiutare da Leslie Nielsen nella realizzazione della caricatura del presidente Usa; la scena alle Nazioni Unite è degna dei migliori film del genere, e non è male nemmeno quella della paperella. Le risate però non bastano da sole a fare un bel film comico (per questo, per l’appunto, c’è già il cabaret); ne possono fare solo uno mediocre. |