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Recensione: Una magica notte d'estate

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Una magica notte d'estate
titolo originale El sueno de una noche de San Juan
nazione Portogallo / Spagna
anno 2005
regia Manolo GòmezAngel de la Cruz
genere Animazione
durata 82 min.
distribuzione Medusa Film
uscita nelle sale 26 Maggio 2006
media voti redazione
Una magica notte d'estate Trama del film
La leggenda dice che ogni 23 giungo, giorno del solstizio d'estate, si apre una porta invisibile che gli uomini possono attraversare per accedere a un mondo fantastico in cui i sogni si avverano. Elena, una ragazza che non crede alle storie, ha un padre sognatore e dedito alle arti, il duca Teseo, che purtroppo è molto malato. Pur di rivedere sorridere il padre si decide a cercare Titania, la regina delle fate e musa di Teseo...
Recensione “Una magica notte d'estate”
a cura di Glauco Almonte  (voto: 4,5)
In una magica notte d’estate... non succede nulla. Di giorno, invece, la giovane Elena, ex-sognatrice ravveduta dall’età e dai fallimenti paterni, s’incammina alla volta d’un regno nel quale non crede portandosi inspiegabilmente appresso il viscido Demetrio e l’imbranato Lisandro.
Lo scopo del viaggio è far sì che il padre, malato, ritrovi la gioia di vivere, perduta con la scoperta di non aver più denaro da investire per dare forma ai propri sogni; alla fine si scopre che il viaggio è servito solo a mettere a repentaglio l’esistenza del mondo delle fate, perché la fiducia in se stessi va ritrovata da soli (il discorso vale sia per il vecchio Teseo che per la figlia Elena).
Molto rumore per nulla, si potrebbe dire continuando a chiamare in causa Shakespeare, impropriamente tirato in ballo per un film che dal “Sogno d’una notte di mezza estate” prende spunto soltanto per i personaggi, non per la storia. O meglio, soltanto per i loro nomi: nulla ha a che vedere la piattezza dei personaggi della Dygrafilm con gli omonimi shakespeariani, al punto che conviene non iniziare nemmeno un paragone (magari qualcuno è anche capace di sostenere che le tre streghe vengano dal “Macbeth” e il rapporto padre-figlia dal “Re Lear”).
L’elogio dell’inutilità non si consuma con la trama, copiata da Shrek e da chissà quanti altri film insieme, ma continua nella banalità di ogni scelta fino alla trasformazione finale del cattivo in un vero mostro; la versione italiana, per non dare eccessivo risalto ai difetti del film, è ‘impreziosita’ da un doppiaggio a tratti sgradevole, toccando il fondo nelle (per fortuna poche) canzoni, tra le più brutte – testi in primis – mai ascoltate in un cartone.
Si salvano veramente pochissime cose: dei personaggi nessuno per intero, ma Puk (più per la sua natura di folletto dispettoso che per la bravura degli sceneggiatori) è spesso divertente, come lo è a tratti un Oberon ben lontano dall’immaginario collettivo. Titania, la regina delle fate, è evanescente e senza traccia di personalità, mai al centro della scena nemmeno quando incontra Elena.
Senza un briciolo di fantasia, Una magica notte d’estate pretende di ricordarci l’importanza dei sogni. Tra i tanti modi possibili, questo è uno dei peggiori.
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