Il giovane italoamericano Arturo Bandini approda in una soleggiata e altrettanto giovane Los Angeles di metà novecento. È carico di sogni e speranze verso se stesso e verso quella terra vergine dove tutti si rifugiano in cerca di nuove strade. È innamorato della vita, di ogni uomo, donna o animale, e la scrittura lo infuoca di orgoglio, la sua meta il successo, il suo mezzo la macchina da scrivere. Come avido osservatore batterà tutti i marciapiedi della città, studiandone abitanti e prodotti, incontrando particolari personaggi come l’ottimo Donald Sutherland, nei panni di un bellissimo alcolizzato, figura paterna e monito vivente su dove si possa finire, e l’ambiguo personaggio di Vera, un’amica-amante con profonde cicatrici nel corpo e nell’animo, apparsa un giorno dal nulla e sparita inghiottita dalla terra. Unica costante di tutto il film è la polvere, a ricoprire tutto, penetrando fin nelle stanze e sotto i vestiti. La polvere come essenza di ogni cosa, polvere siamo e polvere ritorneremo. Nel cercare ispirazioni Arturo incontrerà la sua storia: la cameriera messicana che lo serve distrattamente al bar. Lei come lui rincorre il sogno americano, il riconoscimento del proprio diritto inalienabile ad esser felici, cercando disperatamente di incontrare un uomo capace, se non di amarla, perlomeno di darle un cognome americano. Arturo e Camilla troveranno nei loro capelli scuri, nei loro occhi neri, nei loro nomi latini, così lontani dai biondi Smith o Williams, la stupenda favola dell’amore.
Uno scrittore è una persona con poca esperienza di vita reale, passa più tempo a costruire realtà parallele mentre gli altri vivono questa. Quando Arturo inizierà a vivere in prima persona nascerà il suo romanzo. Ad ogni momento di gioia succede un periodo di tristezza, e malattie e disagi saranno complicazioni seconde solo alla discriminazione delle persone. L’epilogo sarà la dedica di Arturo a Camilla sulle pagine del romanzo finalmente pubblicato.
Tratto dall’omonimo romanzo di John Fante, il film è una piacevole e delicata rappresentazione della scrittura, dell’amore, e della vita con tutte le sue difficoltà e con tutte le sue sublimi piccole cose, e, al tempo stesso, un prezioso ritratto di un’epoca, più semplice e più complicata rispetto ad oggi. |