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Tommi, un ragazzino di undici anni, vive con il padre Renato e la sorella Viola, la quale non perde tempo per fargli scherzi e dispetti. La madre Stefania è una donna turbata che entra ed esce dalla vita dei figli e del marito. Tommi, che ha una forte diffidenza nei suoi confronti, le resiste, mentre l'immagine mitica del padre si sgretola davanti ai suoi occhi, tramutandosi in quella di un uomo con le sue fragilità. |
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Bello, ricco, figlio di una ex modella e di un attore altrettanto bello, Kim Rossi Stuart avrebbe potuto legare il suo nome a riviste di moda o rotocalchi rosa, a mini serie tv o a parti minori in film più o meno conosciuti. In realtà ha fatto tutto questo, dal principe di Fantaghirò (che gli ha dato la notorietà, essere belli non guasta mai…) a Lucignolo nel Pinocchio di Benigni, ma soprattutto è riuscito a disintossicarsi dallo schermo, televisivo e cinematografico, per dedicarsi al teatro. Una scelta nobile, una di quelle che molti attori dovrebbero avere la dignità e il coraggio di fare, vista la facilità con la quale viene chiamato attore anche colui che da un reality passa al grande schermo nel giro di pochi mesi…
Anche libero va bene può segnare l’inizio di una nuova carriera artistica per il 36enne romano, che stupisce per la sua capacità di raccontarci il quotidiano, quello che sfugge proprio ai grandi riflettori, al cinema dei Mission Impossible e delle storie fantastiche, o alla pochezza di una televisione che si barcamena tra quiz show, telegiornali, miniserie (rigorosamente ambientate in ospedali, caserme di polizia o ambienti ecclesiastici) o reality, esattamente nell’ordine in cui sono stati scritti. La storia è una storia 'Vera', di un padre 'Vero', con le sue virtù e le sue debolezze, e i suoi due figli altrettanto 'Veri': Viola, una ragazzina piena di vitalità che cerca di accettare la difficile realtà nella quale si trovano con un incondizionato ottimismo, e Tommi che invece nonostante i suoi soli 11 anni la subisce pessimisticamente. E’ con i suoi occhi, la sua lucidità e la sua sensibilità che ci viene raccontato il dramma di una famiglia costretta a convivere con l’assenza di una madre vittima della propria emotività e del proprio passato, una mamma che come un’onda va e viene, lasciando dietro di sé rabbia, delusione, dolore e rassegnazione. Renato (Kim Rossi Stuart) è commovente nel suo essere un padre pieno di premure affinché i suoi figli possano crescere felici e sereni, mentre quest’ultimi sono commoventi nel loro essere già grandi ad un’età normalmente plasmata da cellulari e superficialità. Sono lontane le famiglie stile-Muccino, le case radical-chic che tanto fanno moda, disordinate ma con classe; figli tra play station e poster dei take that; quì le situazioni descritte sono quelle del papà che si incazza per le bucce di banane lasciate fuori dall’immondizia, che si emoziona per la gara di nuoto di Tommi, che ordina ai figli di 'finire tutto quello che c’è sul piatto'… Si alternano scene di straordinaria forza emotiva, passando da armadi presi a pugni e una bestemmia gridata a gran voce ad un tenero abbraccio padre-figlia dopo una discussione, da una madre apostrofata violentemente come una cagna in calore a lei stessa in lacrime davanti al figlio supplicandogli perdono per tutto quello che aveva fatto.
Un film che in sostanza rende omaggio, mostrandola con passione e violenza, la situazione difficile di molte famiglie troppo poco spesso rappresentate nel cinema, dove la dicotomia Buoni-Cattivi non esiste, dove rimangono semplicemente le vite di persone narrate senza sentimentalismi o stereotipi, ma scendendo nell’intimo, cogliendo sfumature, raccontando il quotidiano.
Presente al Festival di Cannes 2006. |
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