"Giochi di turno."
Un ritratto sorridente dell'America, dei suoi simboli, e dei suoi luoghi: i parchi gioco e l'idea fissa del dollaro, la smania di grandezza, e la monumentalità che diventa gigantesco palazzo, gigantesco casinò. Una civiltà in preda al delirio di come fare il gran colpo; le più grandi rapine sono una specie di sogno americano nascosto, non rivelato. Ma nel cinema i temi, come i generi, si assomigliano e non si ripetono: perché a contare è il modo con il quale vengono filmati. L'eleganza, il fascino, la tensione del film non nascono allora da quanto ci viene raccontato: ma dallo spettacolo di una meccanica meravigliosamente oliata. Se quella di "Ocean’s eleven" era prodotta da ogni singolo componente, da ogni vite ed ogni rotella - la seduzione, tutta in rosso, giocata sulla trasparenza degli sguardi, la suggestione della finzione scenica, il fascino del glamour, o, ancora, sulla scelta determinante (come diceva Hitchcock) del cattivo - in questo seguito troppe stelle in una squadra e un trucco costante, non garantiscono di accedere al firmamento. La 'disinvoltura simpatica' è ai limiti del compiacimento dello stile, le sequenze in bianco e nero e trovatine diverse, i dialoghi rilassati ed un commento musicale, allietano il tono ma non permettono di vivacizzare una sceneggiatura scarsamente inventiva e progressivamente confusa. Vuoi per l'inerzia con la quale "Ocean’s twelve" entra in rapporto con il primo capitolo della 'serie', vuoi per l'articolazione prevedibile della vicenda, e anche per la mancanza di performance di valore del regista e degli attori. Gioco di turno, con regole ed immaginario annessi; a Soderbergh non sfiora mai il dubbio che il gioco vero (come in Ocean’s eleven) possa essere 'soltanto' il cinema, lo stesso a fornire lo spunto, il pretesto dell'azione.
'I dodici di Ocean'. L'involucro è apparentemente più sofisticato, il cast più acchiappa-pubblico, ma la carenza di idee è la 'prerogativa' di un film che non rischia ma non pretende neanche nulla dallo spettatore: la 'logica' è sopravvalutata. |