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Con due matrimoni falliti alle spalle e tre bambini ancora piccoli da crescere, Erin Brockovich sente di essere sul punto di arrendersi di fronte alle difficoltà che la assillano. Non ha un lavoro, non può pagare le bollette, e per di più il tribunale le ha dato torto nella causa per un incidente d'auto di cui era rimasta vittima. Disperata, va da Ed, l'avvocato che l'aveva difesa, e lo supplica di darle un lavoro nel suo studio, uno qualunque. Incaricata di archiviare le vecchie pratiche, Erin si imbatte per caso in alcuni referti medici contenuti in un fascicolo di tutt'altro argomento. Incuriosita dalla presenza di quelle carte inserite nella documentazione relativa ad alcune proprietà immobiliari, la ragazza comincia a leggerle, per poi accorgersi del motivo: si tratta di un abile sistema per coprire un gravissimo caso di avvelenamento delle acque. Aiutata da Ed e dal suo studio, Erin inizia una crociata contro questa ingiustizia taciuta. |
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Uno Steven Soderbergh alle prese con una nuova sfida, un’opera di denuncia sociale che si confronta con il sistema giudiziario americano nel connubio di tutte quelle problematiche che spesso ritornano nei film del genere, fra l’insensibile sistema assicurativo, il pessimo servizio di assistenza medica e lo strapotere dei colossi industriali americani che piegano leggi e tribunali a loro piacimento.
Tratto da una storia reale, il film scorre veloce e compatto grazie proprio all’apporto della vera Brockovich, che fra l’altro appare in una sequenza nei panni di una cameriera. A questo bisogna aggiungere l’ottima sceneggiatura di Susannah Grant e la bravura di Soderbergh nel raccontarci la storia.
Erin Brockovich è una donna sola con due divorzi alle spalle, disoccupata e madre di tre figli. In seguito ad un incidente automobilistico entra in contatto con l’avvocato Masry. Questi, vista la situazione della donna, accetta di prenderla a lavorare nello studio come segretaria. Erin incappa però in una pratica molto particolare: un caso di contenziosi legati alla compravendita di parecchi immobili nei pressi di un grande stabilimento chimico. La stranezza che attira Erin è il fatto che tutte le persone che vi risiedono risultano essere affette da gravi malattie. Il collegamento non è difficile. Erin così inizia una personale crociata per smascherare questo bieco tentativo di copertura di un grave caso di inquinamento chimico. Appoggiata da Ed inizia ad indagare, scoprendo che l’acqua della zona è altamente contaminata. Con la sua semplicità e la sua tenacia, ma non senza l’aiuto di un pizzico del suo fascino, riesce a raccogliere le firme di seicento abitanti della zona e ha così la possibilità di intentare una causa al colosso. In aula ci sarà lo scontro fra il Davide rappresentato dal piccolo avvocato e dalla ragazza nemmeno diplomata contro il gigante Golia, la multinazionale dal fatturato di parecchi milioni di dollari con la sua squadra di super-avvocati. Alla fine Erin avrà una enorme ricompensa, ma soprattutto la presa di coscienza delle proprie capacità di andare avanti da sola, nonostante tutto!
Una Julia Roberts che, lontana dallo stereotipo da commedia sentimentale, si presenta nel ruolo di questa eroina molto particolare: una donna sola, alle prese con le difficoltà della vita al femminile, eppur capace di lottare con ogni sua forza, schietta, diretta e consapevole delle sue doti di donna, ma nel contempo di grande fragilità, tanto da valerle l’Oscar come Miglior attrice drammatica nel 2001.
Film nominato inoltre agli Oscar per Miglior regista, Miglior attore non protagonista (Albert Finney) e Miglior sceneggiatura. |
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Si chiamano tette, Ed. Il punto più alto del film. Scherzo! Storia di impegno civile, ben diretta e recitata, ma tutto qui.
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Una storia vera raccontata da Soderbergh, meno "complesso" di Traffic (girato lo stesso anno) ma non per questo meno interessante. La storia vera di Erin, donna sola con figli a carico, che si impegna per portare in tribunale un caso di acque inquinate prende e coinvolge piu' dei momenti in cui il regista si dedica alla vita privata della protagonista. E' uno dei quei film che fa tifare per i personaggi e si spera di vedere il cattivo finire dietro le sbarre. La Roberts e' eccellente e si misura con una figura prorompente e al tempo stesso sensibile, perfetto come sempre Finney.
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