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Recensione: Jesus'Son

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Jesus'Son
titolo originale Jesus'Son
nazione U.S.A.
anno 1999
regia Alison McLean
genere Drammatico
durata 95 min.
distribuzione Key Films
cast B. Crudup (FH) • S. Morton (Michelle) • H. Hunter (Mira) • D. Hopper (Bill)
sceneggiatura E. Cuthrell
musiche J. Henry
fotografia A. Kimmel
montaggio S. LevyG. PeroniS. Levy
media voti redazione
Jesus'Son Trama del film
È la storia del travagliato viaggio di un giovane uomo che, dalla tossicodipendenza e dalla piccola criminalità, approda ad una vita riscattata dalla scoperta della sua capacità di dedizione agli altri.
Recensione “Jesus'Son”
a cura di Andrea Olivieri  (voto: 7)
"figlio di Gesù", ventenne soprannominato "Fuckhead" nella vita di tutti i giorni, è un tossico alla deriva, sempre in cerca di soldi per drogarsi.
Quando la sua Michelle muore di overdose, il giovane sbandato diventa protagonista di una profana storia di redenzione.
Diretto da Alison Maclean, il film è tratto dalla raccolta di racconti di Denis Johnson scritta nel '92 e che ha sconvolto e appassionato la critica americana per il suo immaginario di feroce intensità ed il suo sinistro senso dell'umorismo.
Ambientato negli anni '70, “Jesus' Son”è una storia intensa, crudele ma anche esilarante, che ripercorre i cinque anni di vita del protagonista e la sua evoluzione; una storia che mette da parte il sentimentalismo e che pone un uomo ormai perduto tra i dimenticati, trasformando lo squallido e l'ordinario in piccole manifestazioni che celebrano bellezza e poesia.
L'ambientazione negli anni Settanta serve alla regista non tanto a riesumare la retorica politico-sociale di quel periodo (che, anzi, evita intelligentemente) quanto a delineare ambienti e situazioni in cui "farsi" è di moda.
All'inizio del film vediamo "Fuckhead" (un nome che è un programma e una condanna) lungo una "road to nowhere" ritagliata da scorci di un paesaggio invernale che riflettono un accecante vuoto dell'anima e avvolgono di una pace inquietante la solita, ennesima, anonima cittadina della provincia americana.
Dopo innumerevoli spostamenti, "Fuckhead" s'innamora di una tossica piu "persa" di lui, Michelle.
I due si lasciano e si ritrovano più volte, finché lei muore.
A questo punto arriva per il protagonista il momento di cambiare, di accettare il suo destino e dare un senso al suo vivere: inizia a lavorare in un istituto per anziani disabili.
Un road movie furibondo e sensuale girato sui sentieri selvaggi di un'America abitata da eventi folli o miracolosi.
Questo trip è sviluppato dalla Maclean con un registro da humor nero, surreale, ma dietro il prorompente humor scatenato dal paradosso, s'insinua sottile anche il dubbio di una imminente conversione religiosa o magari il desiderio da parte del protagonista di mettere a nudo le proprie emozioni, a rischio anche del dileggio e della derisione.
La violenza cresce e si concentra sempre in luoghi chiusi.
La regista neozelandese fa lo sforzo di contenere l'energia del disordine in appositi contenitori, i non-luoghi per eccellenza del road movie americano: il supermercato, il locale notturno, il motel, per poi arrendersi all'allegria dirompente dello humor e dell'informe.
L'occhio carnale della cinepresa, puntata come un ostensorio sui corpi stanchi, sulle mani sudice, sulle facce strafatte, restituisce il senso fatalistico della tragedia attraverso immagini sporche, traballanti, ruvide ora dentro, ora intorno, mai esterne o estranee al dato visivo.
"Jesus' Son" ti fa partecipe della visione, ti fa condividere le passioni che si agitano e si muovono negli spazi della tragedia, seguendo il corso degli eventi con una presenza che non è onnipresenza ma conoscenza.
Ecco che allora il cinema diventa promessa del mondo come uno sguardo ostinato sui luoghi logorati dall'oblio e sulla crosta arrugginita della vita.
In concorso a Venezia 1999.
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