Il 16 marzo 1988 la prima ondata di aerei iracheni bombardò la città curda di Halabja con gas nervino e cianuro. In pochi minuti 5000 uomini, donne e bambini morirono bruciati o per soffocamento. Nonostante l’enormità del massacro, le reazioni internazionali furono deboli, e nessuna severa sanzione o rappresaglia venne presa contro il governo iracheno.
Cinque anni dopo il terribile bombardamento chimico e biologico di Halabja, il curdo-americano Diyari torna in patria per costruire un orfanotrofio in quello che riamane di Halabja. Incontra Jiyan (Vita), un’orfana di dieci anni superstite all’attacco, destinata a vivere con una cicatrice che copre gran parte della sua guancia destra.
Un forte legame nasce tra i due, e Diyari decide di chiamare l’orfanotrofio col suo nome.
Durante il suo soggiorno a Halabja, Diyari incontra un nutrito gruppo di abitanti del luogo, tanti dei quali sono segnati fisicamente e/o psicologicamente dagli effetti degli agenti chimici. Tra di loro c'è Sherco, l'unico parente in vita di Jiyan, un ragazzo di 12 anni che ha perso la sua famiglia a causa del gas velenoso. Mentre Sherco sogna di poterla un giorno sposare, Jiyan sogna di vedere i fiori ritratti in una foto sull'ultima pagina di una rivista. Oltre a costruire l'orfanotrofio, Diyari porta una scintilla di speranza e felicità nelle vite di Sherco e Jiyan. Ma quando lui riparte, i due orfani tornano al loro guscio solitario senza luce da cercare, uno stato mentale familiare a tutta Halabja. Diyari parte con la promessa di tornare, ma ora lascia una Jiyan in lacrime nel luogo in cui si erano incontrati la prima volta.
"Vita" è il primo film in Kurdistan del filmmaker autodidatta Jano Rosebiani, un’opera che vuole essere una finestra attraverso cui gli spettatori sono invitati a gettare uno sguardo sulla vita quotidiana, la cultura e il folklore del popolo curdo. La pellicola, di grande bellezza, riporta all'attualità attraverso una scrittura cinematografica di grande rigore formale e di alto contenuto, il problema sociale e politico del popolo curdo, scarsamente affrontato dai mass media di tutto il mondo e ignorato dalla maggior parte dell'opinione pubblica.
Vincitore della 4a edizione del festival del Cinema sui Diritti Umani di Modena. |