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Recensione: Vita

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Vita
titolo originale Jiyan
nazione Iraq
anno 2002
regia Jano Rosebiani
genere Drammatico
durata 102 min.
distribuzione n.d.
cast K. GalaliP. BerzinjiC. Hawrami
sceneggiatura J. Rosebiani
fotografia K. Al Janabi
montaggio K. AkreyiJ. Rosebiani
media voti redazione
Vita Trama del film
Il 16 marzo 1988 l'Iraq bombarda la città curda di Halabja con gas nervino e cianuro. In pochi minuti 5000 persone moiono bruciati o per soffocamento. Cinque anni dopo il terribile bombardamento, il curdo-americano Diyari torna in patria, dove incontra gente segnata degli effetti degli agenti chimici. Diyari decide di fondare un orfanotrofio in quello che resta di Halabja...
Recensione “Vita”
a cura di Andrea Olivieri  (voto: 6)
Il 16 marzo 1988 la prima ondata di aerei iracheni bombardò la città curda di Halabja con gas nervino e cianuro. In pochi minuti 5000 uomini, donne e bambini morirono bruciati o per soffocamento. Nonostante l’enormità del massacro, le reazioni internazionali furono deboli, e nessuna severa sanzione o rappresaglia venne presa contro il governo iracheno.
Cinque anni dopo il terribile bombardamento chimico e biologico di Halabja, il curdo-americano Diyari torna in patria per costruire un orfanotrofio in quello che riamane di Halabja. Incontra Jiyan (Vita), un’orfana di dieci anni superstite all’attacco, destinata a vivere con una cicatrice che copre gran parte della sua guancia destra.
Un forte legame nasce tra i due, e Diyari decide di chiamare l’orfanotrofio col suo nome.
Durante il suo soggiorno a Halabja, Diyari incontra un nutrito gruppo di abitanti del luogo, tanti dei quali sono segnati fisicamente e/o psicologicamente dagli effetti degli agenti chimici. Tra di loro c'è Sherco, l'unico parente in vita di Jiyan, un ragazzo di 12 anni che ha perso la sua famiglia a causa del gas velenoso. Mentre Sherco sogna di poterla un giorno sposare, Jiyan sogna di vedere i fiori ritratti in una foto sull'ultima pagina di una rivista. Oltre a costruire l'orfanotrofio, Diyari porta una scintilla di speranza e felicità nelle vite di Sherco e Jiyan. Ma quando lui riparte, i due orfani tornano al loro guscio solitario senza luce da cercare, uno stato mentale familiare a tutta Halabja. Diyari parte con la promessa di tornare, ma ora lascia una Jiyan in lacrime nel luogo in cui si erano incontrati la prima volta.
"Vita" è il primo film in Kurdistan del filmmaker autodidatta Jano Rosebiani, un’opera che vuole essere una finestra attraverso cui gli spettatori sono invitati a gettare uno sguardo sulla vita quotidiana, la cultura e il folklore del popolo curdo. La pellicola, di grande bellezza, riporta all'attualità attraverso una scrittura cinematografica di grande rigore formale e di alto contenuto, il problema sociale e politico del popolo curdo, scarsamente affrontato dai mass media di tutto il mondo e ignorato dalla maggior parte dell'opinione pubblica.
Vincitore della 4a edizione del festival del Cinema sui Diritti Umani di Modena.
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