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Recensione: Clown in' Kabul

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Clown in' Kabul
titolo originale Clown in' Kabul
nazione Italia
anno 2002
regia Enzo BalestrieriStefano Moser
genere Documentario
durata 72 min.
distribuzione Mikado Film
sceneggiatura E. BalestrieriS. Moser
musiche N. PiovaniP. Filastò
fotografia S. Moser
montaggio R. CianiL. Gennaro
media voti redazione
Clown in' Kabul Trama del film
Il documentario segue la missione in favore dei bambini afgani svoltasi lo scorso febbraio. Dall'aeroporto di Pisa è partito, con destinazione Kabul, un gruppo di medici clown con l'obiettivo di portare pace, colore e gioia nei luoghi di sofferenza. Guidati dal dottor Hunter "Patch" Adams, 23 medici clown provenienti da tutto il mondo per circa tre settimane hanno attraversato l'Afghanistan visitando ospedali , scuole, campi profughi e lebbrosari.
Recensione “Clown in' Kabul”
a cura di Andrea Olivieri  (voto: 7)
Nel febbraio scorso, 23 medici e altri quindici volontari partirono alla volta di Kabul, vestiti da pagliacci e guidati dal dottor Patch Adams, carismatico medico clown assertore della "cura della persona, non solo della malattia", per aiutare i bambini a ritrovare il sorriso.
La squadra di medici clown provenienti da tutto il mondo ha attraversato l'Afghanistan per tre settimane, visitando gli ospedali di Emergency, Medici Senza Frontiere, Croce Rossa, Indira Ghandi, oltre a scuole e campi.
Una troupe di "TELE+" li ha seguiti, partecipando alla produzione del film insieme alla "Star Edizioni Cinematografiche" e alla "Film Unit 80".
Il progetto è stato preceduto da una campagna di sensibilizzazione che ha toccato molte città italiane.
I proventi del film sono andati alle organizzazioni umanitarie attive in Afghanistan.
La regia, affidata ad Enzo Balestrieri e Stefano Moser, con la supervisione di Ettore Scola, imposta l'opera come un reportage.
Con il commento sonoro tratto da composizioni di Nicola Piovani e Pasquale Filastò, assistiamo alla partenza dei medici da Roma, al loro arrivo a Kabul e alle loro visite in diversi ospedali dell'Afghanistan.
Le immagini non lasciano alcuno spazio alla compiacenza.
Bambini ustionati, lacerati dalle mine antiuomo, anziani riversi sui letti, madri in lacrime.
Eppure, nel mare di sofferenza nel quale la telecamera si muove, si riesce a cogliere un timido sorriso che si trasforma in risata all'arrivo dei clown chiassosi e festanti.
Per tutti coloro, ospitati negli ospedali di Emergency o nei campi della Croce rossa, il "sorriso" dei medici clown è l'unico "analgesico" disponibile.
Questi medici, piombati in una realtà che neanche loro credevano così tragica, riescono nell'intento di portare un po' di allegria.
E le loro lacrime ed il loro sconforto quando escono dagli ospedali visitati, sono le tra le sequenze più toccanti del film.
Il risultato piú importante si riassume in cifre: venticinque milioni di tonnellate tra viveri, medicine e vestiario distribuiti, insieme a tanti sorrisi.
Un film straziante ma indispensabile, "Clown in Kabul".
E' il coraggio di ridere, di sorridere, di fronte ai corpi martoriati di bambini afgani, resi per sempre incapaci di correre o di andare in bicicletta, in una guerra che sembra non finire mai.
Presentato fuori concorso alla 59ma mostra del cinema di Venezia (2002) come evento speciale.
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