Tangeri è il personaggio principale del film, babelica, brulicante, di una luminosità assoluta, che risuona delle mille lingue che si incontrano lì.
La città di contrasti, apertissima e al contempo prigione per chi non vuole più starci o per chi non può non restare.
Tre corpi in movimento nell’arco di tre giorni, legati in maniera simbiotica al proprio mezzo di trasporto: Serge al Tir, Said alla bicicletta, Sarah al motorino.
André Téchiné segue le loro peregrinazioni fisiche e sentimentali durante il tempo che intercorre tra lo sbarco di Serge a Tangeri e la sua ripartenza per l’Europa.
Tre giorni, tre storie, tre personaggi: Serge, Said e Sarah raccontano, ciascuno a suo modo, le proprie sofferenze e speranze, tra viaggi e traffici, amore sognato e amore finito, lutti e nascite.
Nessuno sa veramente cosa desidera. Ma questi tre giorni cambieranno definitivamente le loro esistenze.
Proprio per la situazione dei tre personaggi, si sente un sapore di scelta che deve essere compiuta, di fatale decisione che porterà conseguenze non modificabili.
Il regista segue le loro peregrinazioni fisiche e sentimentali durante il tempo che intercorre tra lo sbarco di Serge a Tangeri e il suo ritorno in Europa.
La città marocchina, sorta di spazio-frontiera, insieme ponte e barriera, incarna pulsioni ed elementi contrapposti che caratterizzano i protagonisti, incerti sul futuro e smaniosi di viversi il presente.
La pellicola possiede anche una sua valenza sociale, mostra situazioni di disagio a volte estreme, ci propone speranze e desideri di coloro che non si accontentano e che per questo vogliono in tutti i modi cercare di cambiare la propria vita.
In una situazione sociale e emotiva così precaria, essere in movimento vuol dire essere vivi.
"Lontano" ha il respiro della vita: casuale, a volte noioso, altre volte emozionante.
In concorso a Venezia 58. |