Cinema del Silenzio - Rivista di Cinema

Recensione: Il ricordo di belle cose

Scrivi un Commento COMMENTA Vota il film VOTA Invia questa pagina via e-mail a chi vuoi tu Stampa questa pagina
Il ricordo di belle cose
titolo originale Se souvenir des belles choses
nazione Francia
anno 2001
regia Zabou Breitman
genere Commedia
durata 110 min.
distribuzione Lady Film
cast I. Carré (Claire) • B. Campan (Philippe) • B. Lecoq (Christian Licht) • A. Le Ny (Nathalie Poussin)
sceneggiatura Z. BreitmanJ. Deret
musiche F. Javori
fotografia D. Chapuis
montaggio B. Sasia
media voti redazione
Il ricordo di belle cose Trama del film
Nella clinica "Aux écureuils" vengono ricoverate persone che hanno problemi di amnesia, più o meno grave. Tra di loro sono Claire e Philippe. La donna ha una perdita progressiva della memoria, un declino inarrestabile, mentre l'uomo - in seguito ad un incidente in cui sono morti sua moglie e suo figlio - non ricorda più il suo passato. I due cominceranno a diventare intimi, fino ad innamorarsi. Grazie a Claire, Philippe ritroverà se stesso e ricomincerà a ricordare.
Recensione “Il ricordo di belle cose”
a cura di Andrea Olivieri  (voto: 6)
“Les Ecureils” è una clinica dove vengono ricoverati pazienti con forme di amnesia dovuta ad origini traumatiche o patologiche.
Tra i suoi ospiti, comici o patetici ma sempre toccanti, ci sono Claire e Philippe.
Tra Claire e Philippe nasce una vibrante ed intensa passione grazie alla quale Philippe riesce a ritrovare il gusto per l’amore e per la vita.
Le condizioni di Claire però peggiorano, e la ragazza sprofonda sempre più nell’oblio.
Il film è l’opera prima di Zabou Breitman, attrice, soprattutto televisiva, di lungo corso.
Già dalla trama non passa inosservato come l’esordio della Breitman si collochi ad una sorta di crocevia tra due tematiche spesso frequentate dal cinema nel passato più prossimo: da un lato l’insistenza sulle problematiche legate alla perdita della memoria, dall’altro la descrizione della convivenza di due “malati”.
Nonostante i "precedenti" più o meno illustri, la regista francese sceglie una strada tutta sua, poco accidentata e per nulla tortuosa, ma riesce lo stesso a rimanere vittima di qualche incidente di percorso.
Compagna di viaggio inseparabile nel viaggio intrapreso è l’"Alice" di Lewis Carroll, presenza non troppo sotterranea che percorre il film sin dalla voce-off iniziale, e nella cui purezza ed ingenuità di sguardo, lo spettatore non stenta a riconoscere la stessa purezza ed ingenuità di Claire.
E proprio l’insistenza sullo sguardo, curioso ma allo stesso tempo impaurito, si fa cifra stilistica, soprattutto nella prima parte del film, attraverso il ricorso diffuso della soggettiva, che più di ogni parola ci aiuta a comprendere lo stato d’animo della protagonista.
Peccato che il riferimento a Carroll rimanga in superficie e a lungo dimenticato, così come superficiale è il richiamo alla leggenda dell’angelo dell’oblio: assaggi di cultura alta che sembrano presagire un’attenzione ai grandi temi (la memoria, l’oblio, la necessità di ricordare come esigenza politica oltre che privata, le catene della colpa che ci legano al passato), rimangono a volte frustrati dalla mancanza d’approfondimento di una narratrice che non si spinge mai troppo a largo.
Discutibile appare anche la scelta di procedere ad una sorta di cesura tra una prima parte spiritosa e leggera ed una seconda dagli accenti più drammatici: amalgamare i toni avrebbe probabilmente giovato ad una pellicola che senza troppa convinzione scivola dalla commedia al melodramma.
All’attivo rimangono comunque due degne interpretazioni, e l’essenza di un film che, al di là dei difetti, rifiuta la lieta fine di una guarigione “collettiva”, a tutto vantaggio dell'onestà intellettuale.
"Il ricordo di belle cose"; tra fiaba, commedia e dramma.
Vincitore di tre premi Cesar: miglior opera prima, miglior attore protagonista (Bernard Campan) e attrice non protagonista.
Commenti del pubblico







Ultimi commenti e voti
Il film non è stato ancora commentato.
Ultime Schede