È guerra di secessione tra California del nord (Pixar) e California del sud (Dreamworks) per il controllo del grande affare “film d’animazione” nel mondo.
Contro il Nemo del 2003 ecco Shark Tale, acquatica risposta dei creatori di Shrek.
Non serve sottolineare l’importanza e l’impegno che il genere ha ormai acquistato nel mercato mondiale, basta leggere i doppiatori dei protagonisti di questa fiaba, ambientata in una New York “corallina”, per rendercene conto: Oscar (Will Smith), Don Lino (Robert De Niro), Angie (Renee Zellweger), Lola (Angelina Jolie), Lenny (Jack Black) e addirittura Martin Scorsese per Sykes.
L’intera realizzazione in computer grafica crea l’effetto di un doppio strato, luminoso e nebbioso, dove si muovono Oscar &Co. tra fantastici ingorghi stradali, grattacieli di conchiglia e cartelloni pubblicitari in spugna.
La fantasia visiva ti trascina, mentre ti sfiora un pesce cuffietta che ascolta un pezzo di JoJo e di Christina Aguilera, una murena legge le ultime imprese di Oscar lo “scannasquali” sfogliando la Gazzetta Oceanica, meduse rasta e pesci gialli e neri sbraitano davanti a semafori-alga; rimangono negli occhi le immagini dell’incasinato “Lavaggio di balene”, un car-wash per pinnuti, e quelle di un'insuperabile corsa di cavalli...marini.
Puntuale, come ogni favola pretende, si srotola la morale dello “svegliati e guarda il bello che ti sta davanti invece di cercare fama e fortuna a colpi di menzogne” per riconciliare tutti in un lieto fine colmo di abbracci e “appinnate” che trascina la sceneggiatura verso pixariana maniera…
La storia diverte per l’ambientazione alla Il padrino e per le miriadi di citazioni a cominciare da nomi come la Coral-Cola o la cantante Tuna (Tonno) Turner o la conturbante Lola, versione ittica di Jessica Rabbit.
Unico appunto: non commuove, ma forse è ormai questo il destino delle fiabe moderne… |