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Miles è un professore di letteratura in un liceo, con una sognante aspirazione di affermarsi come romanziere. E’ divorziato da due anni e la sua più profonda passione sembra essere diventata la degustazione di vini. Jack è un attore palestrato, sostanzialmente fallito, che sta per sposarsi. I due hanno passato ormai da un pezzo i trent’anni e, pur essendo estremamente diversi – nel fisico e nell’intelletto – sono uniti da un’amicizia che risale ai tempi del liceo. L’imminente matrimonio di Jack diventa l’occasione per una settimana di vacanza e di svago tra i vigneti della costa californiana. Durante il viaggio conoscono due ragazze che permetteranno loro di rimettere in discussione il proprio passato e di fare i conti con le loro false certezze. |
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“Sideways - In viaggio con Jack” non è la semplice, infruttuosa storia di un viaggio. O per meglio dire, è molto più di questo. E’ soprattutto una tragi-commedia che osserva ed esamina trasversalmente la realtà più comune, e l’esistenza vissuta dagli estremi di due individualità entrambe fragili e perdenti di fronte all’empietà della vita.
Il tono simultaneamente ironico, intimista e malinconico viene gestito con finezza dal regista, che si avvale di una sceneggiatura non originale che profonde momenti di acuta poesia. E il retrogusto è amaro e dissacrante.
Non c’è la pretesa di infondere regole di vita, ma di tracciare con profonda esemplarità due profili psicologici tanto diversi quanto sofferenti. Una descrizione che diventa tanto cinica quanto comprensiva quando passa attraverso il rapporto – esattamente opposto – che i due protagonisti hanno con la degustazione del vino. Una chiave di lettura che rende evidenti i loro limiti ma anche la difficoltà di capire una condizione umana che sia diversa dalla propria.
Miles, nella sua visuale esageratamente analitica, rende evidenti i tormenti, le rinunce e le incompiute occasioni che segnano la sua vita. Jack, invece, nella sua totale cecità di fronte alle sfumature, finisce per dare valore a ciò che accade solo per il fatto che accade in quel momento, solo perché questo è il modo per non fare i conti con le proprie manchevolezze, con la propria condizione.
Entrambi, in un finale dal gusto troppo accomodante, sembrano prendere coscienza di quelle che sono le loro autentiche necessità. E dall’aspro impatto con l’emersione più evidente del dolore, sembrano riemergere più forti e a caccia di una agognata identità.
“Sideways - In viaggio con Jack” è un film dal profilo basso, dal taglio classico, ma ricco di delicati pregi e spiazzante nella sua autenticità e nella sua eleganza concettuale.
Degne di nota le interpretazioni dei due protagonisti da parte di Thomas Haden Church – facilitato da un ruolo più agevole – e di Paul Giamatti, degno e profondo portavoce di una filosofia di vita che non può non suscitare affezione ed empatia. |
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Commenti del pubblico |
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Bella riscoperta, di un film che ha avuto un buon successo qualche anno fa. Esiste sempre una seconda possibilità, soprattutto in amore; se poi questo lo si capisce attraverso la degustazione di ottimi vini e paesaggi incantevoli è ancora meglio. Come effetto collaterale mi ha fatto venire una gran voglia di bere un calice di Pinot Nero.
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Prodotto dalla sezione indie della fox (la fox searchlight), è un ottimo esempio di commedia drammatica (per gli amici "dramedy"), che trae linfa vitale dai personaggi, costruiti benissimo e interpretati altrettanto brillantemente dalla coppia giamatti-haden church e dalla rispettive "fiamme" sandra oh e virginia madsen (candidata all oscar). La scrittura è divertente e allo stesso tempo riflessiva, caratterizzata dal particolare sguardo severo, umoristico e sensbile di alexander payne. La passione per il vino è il valore aggiunto di un film che ha riscosso grandi consensi da parte della critica in patria, lanciando definitivamente la carriera di payne, capace di mettere in bacheca due statuette, per la sceneggiatura del film in questione e per quella di "paradiso amaro".
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