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Victor è un bambino che, lucidamente, decide di fuggire di casa per sottrarsi al rituale sinistro imposto dai suoi genitori: constringerlo a spiare i loro amplessi. Raccolti pochi oggetti personali e la paghetta per quello squallido compito, Victor si avvia verso il Luna Park. Stravolto dalla stanchezza, il bimbo sviene su un "disco volante"e il giostraio lo porta dalla sua amica Triche. La ragazza è una prostituta con una vita dolorosa alle spalle, e nel piccolo Victor vede un po' se stessa. |
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La drammaticità della seconda opera di Sandrine Veysset si respira fin dalla scena iniziale, proseguendo senza mai cadere nel banale.
L'autrice di "Ci sarà la neve a Natale?" ritorna su un tema a lei particolarmente caro: l'infanzia.
"Victor" sembra una sorta di diario, una serie di appunti dove sensazioni e dolori trovano una loro precisa collocazione; un film dove i giochi, le luci, gli incubi del piccolo, riportano ad una dimensione di fiabesco dolore che la Veysset filma in un'atmosfera cupa e desolante.
L'amore materno e fraterno in "Ci sarà la neve a Natale?" diventa qui un freddo teorema di solitudine che esclude ogni idea di retorica, riuscendo a descrivere abilmente la poesia di un incontro.
Premiato al Festival di Rotterdam (1999). |
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