La storia, quella narrativa, è molto semplice: Raoul Nuvolini, un truffatore napoletano, deve essere scortato fino a Venezia per essere preso in custodia dalla magistratura. Il treno dei carabinieri che avevano il compito di farlo ha un incidente, cosicché dovrà essere il brigadiere Petroni ad assumersi l’incarico. La Storia, quella Vera, è ben più drammatica. E’ il 7 Settembre, poche ore prima che venisse annunciato l’armistizio con gli Alleati (?...), e di lì a poco niente sarà più come prima: la mancanza di qualsiasi potere gettò l’Italia nel caos, e un popolo intero dovette fare i conti con la propria coscienza. L’idea di una patria fascista e forte si sgretola come l’esercito italiano, il Paese si ritrova in un baratro di violenza e smarrimento, nel quale ognuno deve compiere scelte coraggiose e a volte tragiche. In questo contesto il viaggio dei due protagonisti, accompagnati dalla moglie del carabiniere che era partita con l’idea di passare un paio di giorni romantici in laguna col suo uomo, inizia ad assumere toni drammatici. Il compito di Umberto diventa sempre più difficile, vittima di un ruolo (ma anche di un mestiere, probabilmente mai voluto) che sembra non avere più senso in quei giorni, ma alla fine servirà per farlo maturare.
Una pseudo commedia-drammatica, perché non è né l’una né l’altra, della quale veramente non si sentiva la necessità. I personaggi sono delle semplici macchiette, stereotipati e quasi inverosimili; il ritmo è completamente assente da quello che potrebbe essere un road-movie; la sceneggiatura è inesistente, e le musiche sono esageratamente abusate, probabilmente per invocare una drammaticità che non c’è nella sceneggiatura stessa. Soprattutto non si capisce perché sia stato distribuito nelle sale, dato che ricorda più un film tv da piccolo schermo, magari in prima serata tra un reality e una partita di calcio, che non un’opera cinematografica. Nonostante questo, forse unica nota positiva, c’è da sottolineare la buona prova di Salemme come attore drammatico, dopo le disavventure passate dietro la macchina da presa. |