"Il tempo non aspetta perché il cerchio è rotondo".
Parole, Volti, Immagini. Arrivano dalla selvaggia Macedonia e dall’Inghilterra, ma potrebbero essere ambientate ovunque: ovunque ci sia il seme della divisione etnica, economica, culturale, razziale. Sono le parole, i volti, le immagini di una guerra civile nascosta, che non fa rumore ma s'insinua come una pesante atmosfera carica di brutti presagi.
In ciascuno degli episodi del film c'è un personaggio che prova a riprendere il filo della speranza, che esce dal mondo a cui appartiene e diventa elemento di contraddizione rispetto al nuovo mondo in cui entra come straniero. Aleksander, Kiril, Zamira, Anne sono i messaggeri del dialogo in una realtà sempre più insopportabile di guerra civile, sono coloro che annunciano una via di fuga, uno spiraglio di salvezza, che riaprono il cerchio che il sistema sembra aver tracciato in modo inesorabile costringendo gli individui ad una eterna ripetizione della loro identità.
"Il tempo non aspetta perché il cerchio è rotondo" dice uno dei personaggi. Anche il film ha una struttura circolare, negli episodi non c'è un "prima" o un "dopo", ci sono diversi finali; ognuno può decidere se rimanere imprigionato nel cerchio o uscire fuori e tentare di cambiare.
Leone d'Oro al Festival di Venezia 1994. |