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Recensione: Non ti muovere

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Non ti muovere
titolo originale Non ti muovere
nazione Italia
anno 2004
regia Sergio Castellitto
genere Drammatico
durata 125 min.
distribuzione Medusa Film
cast S. Castellitto (Timoteo) • P. Cruz (Italia) • C. Gerini (Elsa)
sceneggiatura S. CastellittoM. Mazzantini
musiche L. Godoy
fotografia G. Corticelli
montaggio P. Marone
media voti redazione
Non ti muovere Trama del film
In un giorno di pioggia, una quindicenne cade dal motorino: l'ambulanza la trasporta nell'ospedale in cui il padre Timoteo lavora come chirurgo. Mentre un collega opera la ragazza, Timoteo rimane in attesa, ripensa al passato e si mette a nudo, facendo cadere la propria maschera di genitore e di marito modello. In un immaginario dialogo con la figlia, rivela la storia di un amore extraconiugale potente e viscerale consumato in una torrida estate di tanti anni prima, con una una donna docile e derelitta di nome Italia...
Recensione “Non ti muovere”
a cura di Andrea Olivieri  (voto: 7)
La telecamera scende lentamente dall'alto inquadrando un casco desolatamente solo sull'asfalto. La solita folla di curiosi che silenziosamente assiste alla tragedia; urlo concitato delle sirene di un'ambulanza pronta a fare l'ennesimo viaggio della speranza o della disperazione.
E lì per terra, all'apparenza priva di vita, una povera quindicenne tradita dal suo motorino in una giornata piena di pioggia.
Il ricovero in ospedale è celere, così come la preoccupante diagnosi (trauma cranico); è necessario operarla d'urgenza per rimuoverle l'ematoma, altrimenti c'è il rischio di perderla per sempre.
Un diario ritrovato nello zaino della ragazzina allarma la caposala di chirurgia; è la figlia di Timoteo, uno dei chirurghi del reparto.
Il padre, davanti al profilarsi di una disgrazia così immane, incomincia un lungo viaggio con la memoria che lo porterà ad analizzare un episodio oscuro della sua vita: il ricordo di un amore potente e viscerale, impossibile ma autentico.
Il dramma si mescola all'ironia tragica dell'esistenza.
Ed ecco apparire un’estate arroventata di tanti anni prima, una squallida periferia urbana, una donna con un nome spropositato: Italia.
Da questa giornata feroce ed assurda è nata la storia d’amore che lo ha resuscitato, tormentato, salvato.
Tratto dall'omonimo romanzo di Margaret Mazzantini, Castellitto dà forma e spessore a sentimenti profondi e violenti, a ricordi laceranti e a un dolore difficile da cancellare.
Lavorando su immagini brevi, crude e intense, corpi avvinghiati, dettagli, sguardi e silenzi, il regista dà corpo ad un personaggio impegnativo e complesso e ne mette a nudo ogni sfumatura, con un'interpretazione vibrante e sofferta.
Penelope Cruz è intensa e commovente; riesce a incarnare con estremo realismo e fisicità una donna spenta, piena di cicatrici interne, segnata da una vita di squallore e abbandono.
Cupo, viscerale, rabbioso, Castellitto regala al suo personaggio una vitalità difficile da classificare; la sua bravura sta proprio nel saper esprimere senza raccontare retoricamente un mondo interiore che vuole uscire, ma non attraverso la via "eccessiva" della parola.
Allora a contare sono i gesti, gli sguardi, il linguaggio del corpo.
L'impatto fra i due protagonisti mette a nudo l'anima di entrambi: smaschera le zone d'ombra di lui e porta alla luce la profonda capacità di amare di lei.
Introspettivo e intelligente, la pellicola si mette al servizio dell’umore raccontato; oggetto inconsueto e amaro, lascia negli occhi la parlata e la camminata entrambe sbilenche di Italia, gli odori e i rumori di una realtà degradata su cui si preferisce tacere; soprattutto, costringe l’individuo a riflettere.
David di Donatello 2004 per la migliore attrice (Penelope Cruz) e miglior attore (Sergio Castellitto).
Presentato in concorso al 57mo festival di Cannes (2004).
Commenti del pubblico







Ultimi commenti e voti
Medaglia di Bronzo (65 Commenti, 65% gradimento) priMario Medaglia di Bronzo 15 Gennaio 2013 ore 10:25
1
voto al film:   6

Sicuramente il più riuscito dei film della ditta Castellitto-Mazzantini, dove i consueti scivoloni del regista risultano più contenuti (o, sarebbe il caso di dire, trattenuti) e la prova degli attori è felicemente partecipata. Ma alla fine dei conti la pellicola è sempre troppo ammiccante ai gusti dello spettatore, convenzionale nelle scelte e ipocrita nel salvare il vittimismo del protagonista con i suoi sensi di colpa.
Medaglia d'Oro (313 Commenti, 59% gradimento) Pangur Medaglia d'Oro 10 Dicembre 2012 ore 18:18
1
voto al film:   6,5

Bello ma l'inizio di una triologia (collaborazioni Castellitto/Mazzantini) che diventeranno un incubo per i prossimi trent'anni.
Utente di Base (9 Commenti, 44% gradimento) Nenne 9 Dicembre 2012 ore 13:57
voto al film:   7

Utente di Base (0 Commenti, 0% gradimento) martella 6 Marzo 2012 ore 21:16
voto al film:   7

Medaglia d'Oro (320 Commenti, 66% gradimento) AlessioRocco Medaglia d'Oro 27 Febbraio 2012 ore 13:42
voto al film:   6,5

Utente di Base (7 Commenti, 85% gradimento) angelonero 7 Gennaio 2012 ore 20:46
voto al film:   7,5

Utente di Base (40 Commenti, 27% gradimento) andrea_cavax 6 Novembre 2011 ore 21:11
voto al film:   6

Medaglia di Bronzo (70 Commenti, 45% gradimento) Disc-Jockey Medaglia di Bronzo 23 Settembre 2011 ore 15:37
1
voto al film:   8

Un tema profondo raccontato ed interpretato da un Sergio Castellitto magistrale!
Il personaggio Timoteo sembra sfidare in continuazione lo spettatore a giudicare il suo comportamento; e vince, perché credo che nessuno possa farlo...
Da applausi anche Penelope Cruz e Claudia Gerini
Medaglia d'Oro (238 Commenti, 42% gradimento) AlbertoM Medaglia d'Oro 19 Settembre 2011 ore 12:14
2 3
voto al film:   7

Un intenso film tratto dal best seller di Margaret Mazzantini. Storia di passione con due grandi interpreti. DA VEDERE
Medaglia d'Oro (273 Commenti, 57% gradimento) cinemabendato Medaglia d'Oro 13 Maggio 2011 ore 18:36
1 3
voto al film:   7

Non ti distrarre. (cit.)

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