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1974. Sam Bicke, un uomo di quarantaquattro anni, attraversa un periodo di profonda crisi. È separato dalla moglie, in pessimi rapporti con il fratello e non riesce a mantenere un lavoro per troppo tempo. Il suo sogno è intraprendere un'attività con il suo amico meccanico Bonny, ma per farlo ha bisogno di un prestito bancario... |
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1974, poco prima delle rivelazioni dello scandalo Watergate che porteranno Nixon alle dimissioni: l’impiegato Sam Bicke decide di dirottare un aereo ed uccidere “il capo dei bugiardi”: il presidente degli Stati Uniti.
Presentato nella sezione ‘Un certain regard’ al festival di Cannes, ‘The assassination’ è un doloroso e asfissiante ritratto di un uomo senza qualità, abbandonato, logorato da sicurezze economiche perdute, sogni di successo frantumati, affetti svaniti.
Niels Mueller (al suo esordio come regista), dipinge una persona invisibile, pronta ad esplodere in ogni momento davanti a qualsiasi presunta ingiustizia.
Sean Pean è grandioso e, recitando per sottrazione, matura confusione e senso di smarrimento nel silenzio che, tra realtà e schizofrenia, diventa comunicativo.
La voce fuori campo e il dialogo immaginario con Leonard Bernstein, unico vero interlocutore del protagonista, costituiscono lo sfondo sopra il quale si sviluppano implacabilmente gli eventi narrati, contribuendo ad alimentare il senso di spaesamento e di disorientamento.
Magistrali le sequenze che riprendono la lenta decadenza fisica di Sam Bicke che si guarda allo specchio; l’inquietudine sale e si accumula con alienata rassegnazione.
Un film cupo e pessimista, con una chiara impostazione teatrale ereditata da autori come Arthur Miller e Tennessee Williams da sempre interessati all’altra faccia dell’America.
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News sul film “The Assassination” |
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Sean Penn: una restrospettiva a Torino (14 Maggio 2008)
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