Carrie è il primo romanzo di Stephen King, padre dell’horror su carta e scrittore di cui più di un libro ha dato spunto a film di successo. Ma nonostante molte grandi firme abbiano trasposto i suoi romanzi al grande schermo, il primo a credere in lui e ad intuire il potenziale della sua penna fu proprio De Palma nel 1976, e, a detta dello stesso King, il più bravo a ricreare ciò che lui aveva immaginato.
Il film è una storia di emarginazione e discriminazione prima che un racconto del terrore, e, a parte il cruento finale, sono le atmosfere e le mostruosità di cui sono capaci le persone comuni ad esser spaventose, a rappresentare il vero orrore.
Carrie è una giovane adolescente atipica, lontana dal grande problema di ogni adolescente americano: la popolarità. In più di un film abbiamo imparato a conoscere le dinamiche su cui ruota il mondo dell’istruzione americana, ciò che conta e fa la differenza è esser belli, atletici, alla moda e con una bella macchina.
Carrie è emarginata da tutto questo, è una persona esclusa dalla vita del gruppo di compagni perché reputata diversa. Lei è cresciuta sotto le rigide regole di una madre tirannica nel fondamentalismo cristiano più bigotto, chiusa ad ogni tipo di rapporto con il mondo esteriore risulta essere una ragazza fuori dal mondo. E da sempre la reazione dell’uomo di fronte al diverso è disgusto e derisione a nascondere paura.
Chiusa da sempre con se stessa Carrie ha sviluppato un dono particolarissimo, è capace di far avverare ciò che pensa, ha dei poteri paranormali con i quali gioca nella sua immensa solitudine, ma che la madre crede poteri demoniaci.
La già complessata ragazza si trova allora ad affrontare il muro costruito attorno a lei dalla madre, dai coetanei ma anche dagli stessi professori e quindi da tutta la comunità di cui fa parte. Tutto questo nel contesto dell’adolescenza, che già da sola risulta essere uno scoglio difficile da superare per un carattere timido.
Le ossessioni della madre di Carrie verso il sesso e le impurità causano l’evento che segna definitivamente la ragazza agli occhi di tutti. Il primo ciclo la coglie impreparata durante la doccia al termine di una lezione di educazione fisica e le compagne, capeggiate dalla crudele ma popolarissima Chris, non la risparmiano, tanto da costringere la professoressa ad intervenire. A casa inoltre Carrie troverà un’ulteriore mortificazione.
Solo una compagna di scuola, Sue, decide di aiutarla cercando di esserle amica. Riesce a darle una speranza di rivalsa convincendo il suo ragazzo ad invitare Carrie per il ballo di scuola. Nonostante le opposizioni della madre, Carrie si prepara al suo momento cucendosi da sola l’abito e credendoci con tutta se stessa. Ma Chris, esclusa dal ballo per l’episodio della doccia, convince gli amici a mettere in atto uno scherzo tremendo per vendicarsi.
La sera del ballo tutto è perfetto, tutti sono gentili con Carrie fino ad eleggerla reginetta della festa, ma è tutta una montatura, nel momento in cui lei e il suo cavaliere salgono sul palco un’ondata di sangue li investe.
La scena è grottesca e surreale, fra le risate di tutti, Carrie perde il controllo e scatena i suoi poteri mentali con forza devastante. La scuola brucia con tutti dentro, colpevoli ed innocenti. La tragedia si conclude a casa, dove la madre la attacca maledicendola. La furia della ragazza è autodistruttiva e lei stessa rimane sotto le macerie.
Il finale differisce dal libro e lo stesso King lo definisce come un ottimo epilogo alla storia. Sue è sulla tomba di Carrie per darle un ultimo saluto, ma dalla terra una mano la afferra. |
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