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La prima parte è una lucida e amara descrizione della miseria morale italiana nel 1943, mentre la seconda, che si svolge interamente nel carcere di San Vittore, è incentrata sul cambiamento interiore di Bertone, consumato dalle crudeltà naziste e da una vita di truffe. Grande prova di De Sica che maschera perfettamente il suo tipico gigionismo. Girato su commissione, non brilla per originalità, ma è uno dei migliori dell’ultimo Rossellini. Efficace.
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