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Germania, 1945. Il reporter americano Jake Geismar viene inviato a Berlino per seguire la conferenza di Potsdam. In realtà, Jake ha accettato l'incarico perché spera di ritrovare Lena, la ragazza tedesca di cui è innamorato ma che ha perso di vista a causa della guerra. Durante il soggiorno di Jake nella città, ormai divisa in settori, un soldato americano viene trovato assassinato nella parte controllata dai russi. Il reporter ben presto si rende conto che l'ex marito di Lena potrebbe essere coinvolto nell'omicidio e inizia una rischiosa indagine che lo porterà a conoscenza di pericolosi intrighi internazionali... |
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”Intrigo a Berlino” ci trascina nella capitale tedesca dell'immediato dopoguerra, quando erano in corso i preparativi per la conferenza post-bellica di Potsdam e le trattative segrete sulla bomba atomica che avrebbero cambiato gli equilibri di forza nel mondo, e lo fa in pieno stile d’epoca.
Steven Soderbergh gira con recitazioni forzate, dizione cruda e tecniche d’illuminazione che sono un chiaro omaggio al Noir tempi d’oro di Hollywood.
La fotografia, dello stesso regista, svela scene dense e fumose in bianco e nero espressivo quasi foglia autunnale per una città distrutta, dalla scenografia statica ma pronta ad accogliere il volto bianchissimo dei due protagonisti Jack e Lena, eroi tragici e senza futuro.
Le premesse sono ottime e invece è proprio la stessa sceneggiatura a deludere. Le trame sono deboli e sfuggenti; il racconto crea disordine e anche quando sembra affascinante, non convince mai a fondo.
Il tessuto è ordito di una storia al limite colma di parole non dette, d’indagini e di una guerra troppo violenta da poter essere superata. “In fondo non si va mai via da Berlino” è l’amaro commento di Lena, dotata di un istinto di sopravvivenza superiore ad ogni morale, un personaggio disilluso e capace di disilludere lo spettatore sin dalla prima gelida apparizione.
Non c’è morale per chi non ha più nulla, sembra essere questa la soluzione dell’intrigo dove, nella dispersione di ogni valore, un giorno vale l’altro e un’ora anche.
Il destino di questi amanti perduti continua però a sfuggire e il film non offre altro che la costruzione tecnica di se stesso in un esercizio di stile dove i più bravi risultano George Clooney e Cate Blanchett.
Presentato alla 57ª edizione del Festival di Berlino e tratto dal romanzo “The Good German” di Joseph Kanon pubblicato nel 2001. |
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