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Recensione: Vero come la finzione

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Vero come la finzione
titolo originale Stranger than fiction
nazione U.S.A.
anno 2006
regia Marc Forster
genere Commedia
durata 113 min.
distribuzione Sony Pictures
cast W. Ferrell (Harold Crick) • M. Gyllenhaal (Ana Pascal) • D. Hoffman (Professore Jules Hilbert) • E. Thompson (Kay Eiffel) • Q. Latifah (Penny Escher)
sceneggiatura Z. Helm
musiche B. ReitzellB. Daniel
fotografia R. Schaefer
montaggio M. Chesse
uscita nelle sale 2 Febbraio 2007
media voti redazione
Vero come la finzione Trama del film
L'universo di Harold Crick, agente del fisco, viene sconvolto quando inizia a sentire una misteriosa voce narrante che fa la cronaca in diretta della sua vita. La misteriosa narratrice è Kay Eiffel, una scrittrice in crisi alle prese con il suo ultimo romanzo, del quale Harold è il protagonista. Ad aggiungere disagio al povero Harold è il tragico destino che Kay ha in mentre per l'eroe del suo libro. Il 'protagonista' a questo punto cerca conforto nell'aiuto dell'eccentrico dottor Jules Hilbert e tra le braccia di Ana, una delle 'vittime' dei suoi controlli fiscali...
Recensione “Vero come la finzione”
a cura di Glauco Almonte  (voto: 6)
Lontana dai riflettori, la commedia di Marc ForsterVero come la finzione” esce in Italia in poche sale, destinata a sparirne presto. Destino ineluttabile, se si rapporta questo piccolo film alle aspettative – per non dire le pretese – del pubblico: nel pieno rispetto dei canoni, senza alcun eccesso, “Stranger than fiction” (il titolo originale è il contrario di quello italiano, ci si dovrebbe chiedere perché, se non fosse una – pessima – consuetudine) scorre linearmente, preferendo la politica dell’evoluzione logica a quella dei colpi di scena.
Lo spunto è bello, Harold che si rende conto di essere il protagonista di un romanzo è allo stesso tempo il personaggio che si accorge di essere un uomo reale: la critica italiana, rapida nell’individuare in Calvino il riferimento letterario, dovrebbe piuttosto guardare a Queneau, ai suoi meta-personaggi e alla fuga di Icaro dalla sua trama. In questo caso, però, la struttura di Harold non è quella di un personaggio, ma quella di un uomo che si accorge di cosa sia la vita solo nel momento in cui non si sente più padrone di se stesso e del proprio destino. L’interazione con Kay, autrice di “Morte e tasse” (non è un caso il riferimento a “Vi presento Joe Black”, tema di fondo e lavoro del protagonista sono gli stessi) del quale Harold è il protagonista, lo smarrimento di fronte a un destino rivelato, la ribellione e l’accettazione del fato, a ben vedere non sono altro che le fisiologiche reazioni dell’uomo di fronte alla morte ed il suo bisogno di qualcuno o qualcosa, estraneo, che lo convinca che è giusto così (l’invenzione del divino, in poche parole).
Le vicende di Kay di fronte alla scoperta del proprio personaggio, invece, dal punto di vista interno sono semplicemente propedeutiche al lieto fine; da quello esterno sono gli indizi per lo spettatore che, a differenza del protagonista, capisce che sta assistendo a una commedia e che qualcosa deve succedere. Harold che chiede l’ora per strada per rimettere il suo orologio (che è dichiaratamente il fulcro del romanzo) e la frase clou ‘se solo avesse saputo’ riferita a un personaggio che non è per niente ignaro, sono gli indizi (troppo precoci, forse) dei due piani della soluzione, quello della trama del romanzo e quello delle scelte della scrittrice.
Una commedia semplice, come ormai non siamo più abituati a vedere, dai tempi perfetti tanto da passare inosservati, con i protagonisti tutti molto misurati, ad iniziare da Emma Thompson che pure interpreta una scrittrice in crisi, fino a Dustin Hoffman, punto di convergenza tra l’Harold persona e quello personaggio, pacato in ogni sua reazione al punto di rivelarsi per quello che è, il personaggio di un film.
Una misura smisurata: per non voler essere troppo, rischia di non essere abbastanza.
Commenti del pubblico







Ultimi commenti e voti
Utente di Base (5 Commenti, 100% gradimento) Gully9099 25 Maggio 2015 ore 12:48
voto al film:   7

Utente di Base (0 Commenti, 0% gradimento) Argante 23 Agosto 2014 ore 15:44
voto al film:   5

Utente di Base (3 Commenti, 0% gradimento) JohannesBorgen 27 Giugno 2013 ore 19:55
voto al film:   7

Medaglia d'Oro (273 Commenti, 57% gradimento) cinemabendato Medaglia d'Oro 11 Marzo 2013 ore 00:44
voto al film:   7

Medaglia d'Oro (320 Commenti, 66% gradimento) AlessioRocco Medaglia d'Oro 3 Agosto 2012 ore 12:41
1
voto al film:   7

Lo sceneggiatore esordiente Zach Helm costruisce una commedia divertente coinvolgente romantica e amara, tipicamente Pirandelliana. Numerosi sono gli elementi in comune coi capolavori del genere (Truman Show, Se mi lasci ti cancello, Essere John Malkovich, Il ladro di orchidee). Il finale è paradossalmente definito dallo stesso professor Hilbert ‘banale e accomodante’. Will Ferrell è perfetto e rivela un talento drammatico fin ora sconosciuto, la Thompson eccentrica e un po’ sopra le righe nei panni della scrittrice nevrotica. Marc Forster affronta tematiche importanti con leggerezza, senza voler strafare (anche se il monologo finale sulla vita poteva essere evitato).
Utente di Base (3 Commenti, 66% gradimento) Epo11 20 Ottobre 2011 ore 18:56
voto al film:   7

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