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Il cantante pop Alex Fletcher, ormai non più baciato dal successo ma ancora giovane e carismatico, vive di rendita riproponendo i suoi vecchi successi anni ’80 alle fiere locali e nei luna park, per un pubblico di ammiratrici scatenate, che impazziscono ancora davanti alla sua solita performance rockettara e fuori moda. Finalmente al musicista si presenta una nuova occasione: la giovanissima e promettente diva del pop, Cora Corman, gli propone un duetto, ma sarà lui a dover comporre... proprio lui che non ha mai scritto parole per le sue canzoni. |
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Il regista Marc Lawrence, già commediografo-romantico nel passato, ripercorre lo stesso genere ma sceglie la via dell’originalità. Per presentarci Alex Fletcher, star dei “Pop!”, mette in scena un vero videoclip musicale, ironico e fortemente anni Ottanta nelle tutine bianche, nelle giacche di pelle borchiate e nelle sexy infermiere che compaiono durante la canzone. Il video apre e chiude il film, arricchito poi da un simpatico plot in stile fumetto, che illustra la fine della storia. Hugh Grant calza a pennello i panni del suo personaggio: la mimica smorfiosa e veloce funziona. Si adatta alla perfezione ed «è bravissimo con i dialoghi serrati: il migliore attore di commedie al quale riesco a pensare», come lo definisce il regista, anche sceneggiatore del film, che ci regala un’intelligente ironia e tante risate. Con un tuffo nella scena musicale di oggi, tra ultra giovani e sensuali pop star, immerse nel divismo e modellate sulla filosofia del nudo, importante sul palco anche più della voce, e pop star ormai sfiorite, costrette a rivendere pezzi musicali di un passato più florido, davanti ad un pubblico di imbarazzanti casalinghe in menopausa… il regista fa divertire, adottando uno stile fresco e brillante, che – come afferma l’attrice protagonista Drew Barrymore – «ricorda nelle battute le commedie anni Quaranta e Cinquanta, nelle quali i protagonisti maschile e femminile si punzecchiavano a vicenda e poi si riavvicinavano». Ed è proprio così che succede a Grant e alla Barrymore, che nel film interpreta una ragazza bizzarra ed estroversa, a tratti ipocondriaca ma con una forte creatività, vantaggiosa per Hugh Grant, che le chiederà di “Scriver-gli una canzone”. Inizia così una piccola collaborazione, tra un verso e qualche nota sdolcinata, una notte che schiarisce con rapidità tra i tetti di Manhattan e scambi di sguardi spiati durante una passeggiata o tra i riflessi di un vetro o di uno specchio, e un finale… non lo diciamo ma si lascia intendere. Per un così tanto rivisitato genere non può mancare un’altrettanto rivisitata conclusione. |