Cinema del Silenzio - Rivista di Cinema

Recensione: Angela

Scrivi un Commento COMMENTA Vota il film VOTA Invia questa pagina via e-mail a chi vuoi tu Stampa questa pagina
Angela
titolo originale Angela
nazione Italia
anno 2002
regia Roberta Torre
genere Drammatico
durata 100 min.
distribuzione Lucky Red Distribuzione
cast D. Finocchiaro (Angela) • A. Di Stefano (Masino) • M. Pupella (Saro) • E. Lobello (Mimmo)
sceneggiatura R. TorreM. D'Anolfi
musiche A. Guerra
fotografia D. Ciprì
montaggio R. Missiroli
media voti redazione
Angela Trama del film
Angela, nata in una famiglia di onesti lavoratori a Ballarò (il quartiere del mercato di Palermo), è attratta dal lusso, dalle moto di grossa cilindrata e dal gusto per il rischio. A vent'anni sposa Saro e con lui condivide una vita fatta di traffico di droga e guadagni facili e si mette contro la sua famiglia. Quando conosce Masino, pensa che sia uno sbirro ma, una volta che lui è diventato il braccio destro di suo marito, tra i due nasce un'attrazione irresistibile e tormentata. Ma nel loro mondo le regole sono scritte dagli uomini che sono assai spesso costretti a rinunciare ai propri sentimenti.
Recensione “Angela”
a cura di Andrea Olivieri  (voto: 7)
Angela corre, corre tra i vicoli di Ballarò, il quartiere del mercato di Palermo. Corre e scappa lontano dalla polizia che la vuole fermare. Ma Angela non si ferma, e con i suoi tacchi alti e il vestito firmato fugge lontano da tutti per portare a termine la sua missione. Proprio come un'eroina.
Ma in realtà Angela non possiede nulla di eroico, almeno nel senso più stretto del termine; lei non salva il mondo, non salva vite, ma è un corriere di droga sposata con un potente boss mafioso. Nel suo vagare, nel suo stare sempre all'erta, Angela inciampa nella cosa che più di tutto distrugge e nutre, soffoca e pur fa volare: nell'amore impossibile per il giovane picciotto del marito.
Abbandonando le parabole musical-grottesche di "Tano da morire" e "Sud Side Stori", Roberta Torre cerca di ridefinire il proprio statuto di cineasta misurandosi con una storia definita e una sceneggiatura solida.
Il cinema si addensa attorno a un nome di donna per mettere a fuoco un solo volto. La Torre sgombra il campo da equivoci, lo restringe come da titolo promesso, dispiegando il progressivo avvicinamento alla sua protagonista (una Donatella Finocchiaro, all'esordio, carnale e assolutamente convincente). Non è l'affresco che interessa alla Torre, ma la passione nascente e crescente tra Angela e Masino, formalizzata mediante un intenso teorema visivo e sonoro, eminentemente cinematografico, sulle possibilità del vedere e del sentire. Angela e Masino costruiscono un loro film nel film, si conoscono e si avvicinano "inquadrandosi" a vicenda, attraverso una crepa della parete o gli scaffali colmi di scarpe del negozio. La scarpa come stanca quotidianità, normale come le telefonate ingenue tra i due che una volta registrate incastreranno tutti, come i nostri pensieri, gesti, parole e azioni che se non stravolti generano giorno dopo giorno mafiosità. Sono congegni di un meccanismo dal funzionamento ben oliato, ma che rischia di incepparsi alla minima infrazione.
Il cerchio più esterno e rappresentato dal confronto tra il mondo della legalità e quello della famiglia mafiosa, due universi che si conoscono, si spiano e si ascoltano a vicenda (di nuovo…vedere, sentire..), attendendo un errore. Il cerchio più interno è quello delle dinamiche dell'onore e del rispetto all'interno della famiglia, che coinvolge giocoforza le famiglie alleate. La passione di Angela e Masino, che li porta inevitabilmente a deviare dalle traiettorie a loro assegnate, comporta la dissoluzione dell'ordine; è l'errore che fa crollare la struttura, permettendo alla polizia di mettere le mani sull'organizzazione e innescando la puntuale vendetta nei confronti di chi ha "sgarrato". Perchè non si è mai veramente usciti dalla gabbia ma ci si può solo contemplare all’interno, nei reciproci spasmi febbrili.
Il biancore accecante in cui la Torre immerge i due protagonisti nei loro incontri d'amore, simboleggia, al contempo, un sentimento puro che viene finalmente "agito" e il "nitore" tragico di questa purezza che emette automaticamente una sentenza di morte.
Masino promette, Masino scompare, Angela potrà solo aspettarlo in eterno al bar del porto, "scrutandosi" attorno in attesa di quella "deviazione" che l'ha resa donna e che l'ha resa doppiamente vedova.
Presentato a Cannes 2002.
Commenti del pubblico







Ultimi commenti e voti
Il film non è stato ancora commentato.
News sul film “Angela”
Angela Nastri d'argento, le nomination Nastri d'argento, le nomination  (30 Maggio 2011)
Angela Concluse le riprese del film I baci mai dati Concluse le riprese del film "I baci mai dati"  ( 1 Dicembre 2009)
Angela Roberta Torre girerà I baci mai dati Roberta Torre girerà "I baci mai dati"  (31 Marzo 2009)
Ultime Schede