Cinema del Silenzio - Rivista di Cinema

Recensione: Lady Snowblood

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Lady Snowblood
titolo originale Shurayukihime
nazione Giappone
anno 1973
regia Fujita Toshiya
genere Drammatico
durata 97 min.
distribuzione Medusa Film
cast M. Kaji (Yuki Kashima) • T. Kurosawa (Ryûrei Ashio) • M. Daimon (Gô Kashima) • M. Akaza (Sayo Kashima) • S. Uchida (Shirô Kashima)
sceneggiatura K. UemuraK. Koike
musiche M. Hirao
fotografia M. Tamura
montaggio E. Okada
media voti redazione
Lady Snowblood Trama del film
Nel Giappone dell’era dell’imperatore Meiji, nel momento di difficile transizione da società feudale a nazione moderna e civilizzata, una bambina dedica i primi vent’anni della sua vita all’apprendimento dell’antica disciplina dell’arte della sciabola. Soltanto con un intento: vendicare le violenze e le ingiustizie subite dai suoi genitori da parte di quattro assassini senza scrupoli.
Recensione “Lady Snowblood”
a cura di Vera Usai  (voto: 7)
Una vendetta che deve essere compiuta, la piccola Yuki nata nella prigione di Tokyo per vendicare i suoi genitori e il rumore inconsistente della neve, che avvolge tutto. Per compiere la sua missione due regole fondamentali: «abbandonare qualsiasi sentimento che non sia rancore», secondo gli insegnamenti di un anziano Samurai e uccidere a sangue freddo.
La vicenda si snoda in 4 capitoli, amalgamati dalla voce di un narratore invisibile. Così Fujita Toshiya illustra con maestosità il contesto storico e politico di un Giappone di fine Ottocento, dalle tinte pastose e autunnali. Il Paese dei bambini che giocano in cerchio, a piedi nudi sul legno polveroso. Il vento e il volare confuso delle foglie che sbatte sui corpi di Yuki e del suo maestro a renderli eterni. L’obiettivo che si sazia delle inquadrature di una donna bellissima. La calma e il portamento di lei, così distanti ed estranei alla nostra cultura e così affascinanti. La presentazione delle vittime nel mirino della guerriera… che passano in rassegna con un fermo immagine, come i combattenti di un videogioco, con una scritta ignota a nominarli. E il continuo ritorno a scene del passato, che il regista rivisita svelando ogni volta particolari diversi, contribuiscono a contraddistinguere la pellicola, compresa nella tradizione dei film di arti marziali degli anni ’70. Il sangue è ovunque, in grande quantità, macchia i vestiti e la neve, e quei volti che racchiudono il candore della porcellana. Sgorga in corsa, come un getto, scrosciante e rosso all’inverosimile. E seppure a mano a mano più splatter, in modo perfino ironico, non sminuzza una pellicola in cui il mare agitato e le fantasie ricamate sui kimono fanno il loro gioco per renderla insolita e seducente.
Chi ha avuto modo di apprezzare il primo volume di Kill Bill di Tarantino non può non apprezzare Lady Snowblood. I due film si avvicinano per la trama, la struttura in capitoli e la meravigliosa canzone Shura No Hana interpretata da Meiko Kaji. L’unica differenza è che uno è nettamente più recente dell’altro e copia, dichiarandolo, gli zoom in avanti e le inquadrature dal basso di lei, che sovrasta la sua vittima, schiacciata dal peso insostenibile dell’odio: riflesso in tutti quei momenti in cui la macchina da presa cattura lo sguardo dei personaggi. Nessuno escluso. Lady Snowblood è come il palcoscenico di un antico teatro orientale, sempre in moto e in cambiamento, di fronte al quale è estromesso qualsiasi tipo di noia. Ed è proprio un sipario a porre fine a questa magistrale rappresentazione, con un’alba che cambia colore e pone inizio ad un nuovo giorno.
Commenti del pubblico







Ultimi commenti e voti
Utente di Base (20 Commenti, 60% gradimento) venusietta 3 Gennaio 2012 ore 11:47
voto al film:   7

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