Cinema del Silenzio - Rivista di Cinema

Recensione: Hotel cinque stelle

Scrivi un Commento COMMENTA Vota il film VOTA Invia questa pagina via e-mail a chi vuoi tu Stampa questa pagina
Hotel cinque stelle
titolo originale Quatre étoiles
nazione Francia
anno 2006
regia Christian Vincent
genere Commedia
durata 106 min.
distribuzione Bim Distribuzione
cast I. Carré (France "Franssou" Dumanoir) • J. Garcia (Stéphane Lachesnaye) • F. Cluzet (René) • J. Bonnaire (Jacky Morestel) • M. Vuillermoz (Marc) • M. Sodupe (Christina)
sceneggiatura O. DazatC. Vincent
musiche A. Manoukian
fotografia H. Louvart
montaggio Y. Deschamps
uscita nelle sale 11 Maggio 2007
media voti redazione
Hotel cinque stelle Trama del film
Cosa succederebbe se una giovane donna, di estrazione medio borghese, annoiata da un ménage ripetitivo, ereditasse improvvisamente 50.000 euro? Dopo qualche esitazione, la graziosa protagonista sceglie di spendere il denaro in Costa Azzurra: affitta la più bella suite dell'Hotel Carlton di Cannes, comincia a godersi il sole, il mare e il lusso - e aspetta che inizi una nuova vita. Ma l'unica novità di rilievo è l'incontro con Stéphane, un vulcanico trafficone pieno di debiti, molto interessato ai soldi degli altri...
Recensione “Hotel cinque stelle”
a cura di Francesco Alfani  (voto: 5)
Il titolo è “Hotel cinque stelle”, ma l’unico lusso che il film concede sono i fastosi interni dell’albergo di Cannes dove è stato in gran parte girato: per il resto è la povertà pressoché senza attenuanti, di contenuto, idee e immagini. Questo non toglie che, come nome, “Hotel cinque stelle” possa essere anche quello giusto, se lo si legge come dominio dell’inutile; come dire che, se i camerieri in livrea sono uguali in tutto il mondo, altrettanto lo sono film del genere, in cui tutti conoscono la trama cinque minuti dopo essersi seduti in poltrona, e che nonostante questo con regolarità sconcertante qualcuno ha sempre l’ostinazione di riproporre. Senza nessun tornaconto di rilievo, tranne qualche soldo con cui mantenersi in periodi di crisi.
Tralasciando per bontà ogni commento sulla sceneggiatura (ma si può far iniziare l’azione con una eredità insperata?) si può scegliere se criticare le caratterizzazioni o la messa a punto tecnica. I protagonisti, pur riuscendo di tanto in tanto simpatici, sono le solite scontate macchiette da romanzo rosa; non sarebbe cambiato niente se al posto di José Garcia ci fosse stato un tonto Hugh Grant di “Quattro matrimoni e un funerale” o, al posto di Isabelle Carré, una qualsiasi svampita subito pronta a perdere la testa per un uomo che ha compiuto l’incredibile gesto di entrarle in camera senza bussare. Non che non sia esattamente quel che il pubblico della domenica si aspetta da film come questo; ma, di fronte a una evanescenza così palese, sarebbe poi un po’ discutibile cercare di salvarsi in corner facendo, ad esempio, risaltare positivamente l’eleganza dei francesi che devono champagne invece che birra come i cafoni del cinema Usa. Cannes è poco meglio di Rapallo o di Miami, ma per il resto il luogo comune, come dice il nome stesso, non ha nazionalità. Semmai, risalta il mediocre livello della messa in scena; la zoomata all’indietro dal balcone della camera di per far vedere l’hotel Carlton in tutta la sua ingombrante silhouette è quasi inguardabile, ma l’ingresso in scena finale del sosia di Elton John non è da meno. Stéphane dà una mano in tutti i sensi a Franssou per trovare i soldi; in sala ci si dà una mano per resistere indenni alle immagini che continuano dopo i titoli di coda; un gesto di generosità cui si poteva rinunciare.
Commenti del pubblico







Ultimi commenti e voti
Il film non è stato ancora commentato.
Ultime Schede
La corte
La cuoca del Presidente
Hotel cinque stelle