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Cos'è la televisione o cosa ella rappresenta? Per Cronenberg la risposta muta in una visione, in una o più prospettive che si sgretolano agl'occhi semichiusi, ai vedenti abituati solamente ad accettare, ogni evento, ogni cosa, attraverso la cosiddetta "realtà", indotti, percepiti dal potere mediatico. Tuttavia v'è dell'altro, cioè non solo vien rappresentata, che attraverso la televisione, si forma, s'intensifica, simile realtà, l'unica incontestabile, ma l'interpretazione viene ampliata, ovvero, la verità diviene solida, diviene identità, attua (come dice il film) la sua "filosofia" e diventa allucinatoria, confondendosi in violenza psicologica e fisica e s'appropria dei corpi dello spettatore, lacerandoli in ogni singolo organo. E l'atmosfera oscura non perde certamente la sua forza, bensì, cresce nell'avvenire... in un futuro vicino o lontano?... Cronenberg vede oltre!
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Cronemberg utilizza l'horror e il fantascientifico per parlare con estremo pessimismo della realtà in cui viviamo e non rinuncia ai suoi temi favoriti: la tecnologia che rende schiavo l'uomo, la mutazione della carne, le ossessioni sul sesso e sulla violenza. Pur con qualche buco di sceneggiatura, Videodrome e' narrato con estrema bravura, pervaso da un'atmosfera tesa e volutamente sgradevole, con diverse sequenze entrate nell'immaginario cyberpunk: la scena di sesso sadomaso tra James Woods (perfetto per il ruolo) e una tv e la trasformazione della mano in una pistola. Disgustosi (nel senso positivo) gli effetti speciali di Rick Baker. Audace e perverso, complesso e inquietante. E per questo memorabile.
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