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Recensione: Cuando la verdad despierta - La sottile linea della verità

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Cuando la verdad despierta - La sottile linea della verità
titolo originale Cuando la verdad despierta - La sottile linea della verità
nazione Italia / Cuba / Spagna
anno 2006
regia Angelo Rizzo
genere Drammatico
durata 105 min.
distribuzione Cinematic
cast C. Padrón (Posada Carriles) • A. Tomey (Cruz Leon) • M. Wong (John Mack) • E. Almirante (Giustino) • M. Altieri (Fabio Di Celmo) • E. Ruiz Riva (Sofia) • E. Molina (Abarca) • F. Castro (Se stesso)
sceneggiatura A. RizzoN. Rodríguez
musiche P. Sportelli
fotografia M. Dell'Orco
montaggio M. Bonanni
uscita nelle sale 27 Aprile 2007
media voti redazione
Cuando la verdad despierta - La sottile linea della verità Trama del film
Cuba, 1997. Fabio Di Celmo è un giovane italiano, vivace e amante della vita che inizia una nuova attività commerciale nella Isla Grande, insieme a suo padre. La città dell’Havana sta però vivendo un periodo di grande fermento e non sono rari gli episodi di esplosioni di bombe, apparentemente senza una ragione precisa, nelle hall degli alberghi più affollati della città, per mano di un gruppo di terroristi. Nel frattempo Fabio trova l’amore ma gli ostacoli alla sua felicità sono legati a ragioni più grandi di lui, alle quali purtroppo non può andare contro.
Recensione “Cuando la verdad despierta - La sottile linea della verità”
a cura di Vera Usai  (voto: 6)
C’è ancora qualcuno che ha voglia di dire le cose come stanno e il regista Angelo Rizzo è uno di questi. Gli attentati terroristici all’Havana del 1997 erano opera della Casa bianca e, sorprese non ancora finite… gli indiziati di tali operazioni erano proprio ex funzionari della CIA. Non male come spunto per un regista che, dopo due anni di studi e ricerche, ci regala una pellicola ben costruita e dai toni tesi e misteriosi di una docufiction che mostra una “sottile linea di verità”.
Nel “periodo especial” della Cuba di Fidel Castro – che nel film compare in un discorso al Paese – il turismo è il punto di forza per rialzare l’economia. Questa almeno è la convinzione del Presidente degli Stati Uniti, che inizia una missione “esplosiva” nei maggiori alberghi di Isla Grande. Reclutato dal suo braccio destro, uno pseudo-esercito di uomini determinati e pronti a tutto, ambiziosi solo di denaro, sesso e potenza, è a capo degli indegni atti di terrore. Il regista adotta una buona tecnica per riprendere gli “uomini del presidente” nei loro momenti più intimi e brutali, adottando un realismo che parla per immagini. Intrecciata a questo, con flashback e ricordi, la trama snoda la vicenda di Fabio Di Celmo, il giovane italiano rimasto vittima in uno degli attentati. Un legame continuo di situazioni e incontri loschi alla luce del sole, ma celati da ombre continue, che macchiano quei volti abbrutiti dalla sete di potere. In parallelo, atmosfere danzanti e vivaci dei locali notturni e la storia d’amore tra Fabio e Sofia, alla quale però il doppiaggio sembra togliere credibilità e fa apparire i due protagonisti poco sinceri e a tratti persino stucchevoli. In compenso l’occhio dello spettatore è catturato da una buona regia, che gioca con più piani a creare livelli differenti di ripresa che antepone di frequente a ciò che viene inquadrato, per sporcare un’immagine, sempre lavorata con attenzione nei riflessi e nei chiaroscuri. Alla fine tutto il dolore di un uomo che “non è riuscito a tenere la morte lontana dal figlio” e non riesce ad accettare questa difficile realtà chiude un film in cui, di fronte alle testimonianze dei colpevoli, si può ancora leggere qualcosa di umano… l’ombra di un pentimento, che non per tutti però assume lo stesso valore.
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