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qualcosa di diverso, finalmente; in positivo, ovviamente! lasciando ad Olivieri l'analisi che trovo impeccabile dei molteplici aspetti mossi in superfice da Saleem prima allocati in terre meno illuminate di noi stessi, il tutto accompagnato da più che professionali precisazioni (può sembrare ironico, ma non lo è, davvero complimenti per tale centrata analisi!), mi limiterei ad aggiungere ciò che colpisce me personalmente riguardo il film in questione, oltre alla ovvia, come si dovrebbe capire, piena condivisione delle parole di A. Olivieri: la "staticità" della fotografia; la cinepresa resta immobile inquadrando uno stanzone ove si svolge anche più di un evento, e ciò sembra quasi un "dictus" dell'opera, evidente per tutta la sua durata; quante diverse inquadrature se americano, italiano o che so? e quanti effetti, sopratutto nel 1o caso? vi assicuro che questo lo noterete con positivo stupore! notevole anche la capacità di coinvolgimento ambientale; coprirsi bene! avrete freddo a + 25
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