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1988. Oh Dae-soo, sposato e padre di famiglia, viene rapito, apparentemente senza ragione, proprio davanti alla sua casa. Poco dopo, si ritrova in una prigione privata, senza sapere per quanto tempo vi rimarrà. Il suo unico legame con il mondo esterno è una televisione attraverso la quale viene a sapere dell’omicidio brutale di sua moglie. Omicidio di cui lui è il principale indiziato. Trascorsi quindici anni, in modo del tutto inatteso, Dae-soo viene rilasciato. L'incontro con Mi-do, che lavora in un ristorante, segna una tappa fondamentale nelle lunghe ricerche di Dae-soo, finalmente faccia a faccia con il suo rapitore, che gli propone un gioco: cinque giorni per scoprire chi l’ha rapito e perché. Se riuscirà nell’impresa, si ucciderà; se fallirà ucciderà Mi-Do. Per Oh Dae-soo l'incubo è appena iniziato... |
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"La vendetta è il soggetto più drammatico."
Tratto dall'omonimo fumetto giapponese di Tsuchiya Garon e Nobuaki Minegishi, "Old Boy" conferma in pieno il talento visionario e innovativo del regista dello splendido "Sympathy for Mr. Vengeance".
Park Chan-wook dimostra di essere perfettamente capace d’incanalare il suo delirio nella forma cinematografica, padroneggiando ottimamente il materiale a sua disposizione e il mezzo filmico che utilizza, creando diverse ottime sequenze e utilizzando saggiamente la voce narrante.
Nel secondo film della sua trilogia della vendetta, Park si muove tra visione isterica e sfrenatamente visionaria e racconto morale, cercando di definire i confini di un universo personale in cui le coordinate di causa-effetto del mondo (fisico) vengono a mancare, sostituiti da un immane e tragico "cortocircuito", in cui vittime e colpevoli si rincorrono.
Si gioca con tutti i codici dei generi cinematografici: commedia, horror, poliziesco, film di spionaggio. Non solo per "smorzare" la violenza che pervade tutta la pellicola. Ma anche per dimostrare che in questo mondo tutto è codificato e può essere pilotato.
Soffocanti interni, labirintici esterni; "Old Boy" è un film raffinatissimo dal punto di vista della costruzione visiva, che non cerca alcuna risposta alle domande che pone, caratterizzando con grande decisione, ed un enorme talento per il racconto, un mondo di contrasti insanabili.
Se lo sfoggio di tecnica è impressionante, la comunicatività del film è perfettamente resa dal carrello laterale nella scena di combattimento del sotterraneo: un piano sequenza tra i più belli visti nel cinema degli ultimi anni.
Il cinema di Park Chan-wook è ancor più metafisico e implacabile che in "Sympathy for Mr. Vengeance": non si accontenta di mostrarci la condanna alla sofferenza, ma ci guida, con una rara potenza, alla scoperta della perpetua ed implacabile rigenerazione attraverso la quale essa nasce.
Potenza tragica, magnifiche "virate" surreali, irresistibili accordi di humour nero e aperture melodrammatiche: le catene della colpa sono massacri dilatati; "frattaglie" di lirismo allucinato e dolente.
Gran Premio della giuria al 57mo festival di Cannes (2004). |
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Commenti del pubblico |
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News sul film “Old Boy” |
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Spike Lee e Josh Brolin per il remake USA del coreano "Old Boy" (31 Agosto 2011)
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Park Chan-wook usa l'iphone per girare il fantasy-horror Paranmanjang (11 Gennaio 2011)
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Nominations IOMA: i vincitori il 30 Aprile ( 3 Aprile 2006)
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Torna il Korea Film Fest, dal 31 marzo al 10 aprile (19 Febbraio 2006)
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