Cinema del Silenzio - Rivista di Cinema

Recensione: Follia

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Follia
titolo originale Asylum
nazione Gran Bretagna
anno 2005
regia David Mackenzie
genere Drammatico
durata 99 min.
distribuzione NO SHAME FILMS
cast N. Richardson (Stella Raphael) • I. Mckellen (Dott. Peter Cleave) • H. Bonneville (Max Raphael) • A. Lewis (Charlie Raphael) • J. Ackland (Jack Straffen) • W. Ventham (Bridie Straffen)
sceneggiatura C. BalisP. Marber
musiche M. Mancina
fotografia G. Nuttgens
montaggio C. MonieS. Weisberg
uscita nelle sale 15 Giugno 2007
media voti redazione
Follia Trama del film
Dall'omonimo romanzo di Patrick McGrath. Stella Raphael, moglie di un illustre psichiatra, si ritrova a vivere con il figlio nei pressi del manicomio diretto dal dottor Peter Cleave a causa del nuovo incarico assunto dal consorte. Stella è una donna profondamente inquieta e in realtà sotterraneamente insoddisfatta della propria condizione di moglie e madre. Tra i pazienti del dottor Cleave, c’è anche Edgar Stark, un artista tormentato e divorato da una patologica forma di gelosia psicotica che lo ha spinto anni prima a massacrare la moglie.
Recensione “Follia”
a cura di Francesco Alfani  (voto: 6)
Il primo aggettivo per descrivere il film che viene in mente uscendo dalla sala è “televisivo”. Ci vuole un po’ per elaborare l’impressione del momento, ma alla fine essa può tranquillamente essere riconfermata. “Follia” è una pellicola girata come potrebbe essere scritto un tema di liceo: con la minima fantasia e la massima correttezza formale possibili, e con poca attenzione ad aspetti importanti per la riuscita artistica del lavoro; per esempio, la fotografia. La sceneggiatura dal canto suo ha chiari ritmi da piccolo schermo, anche perché montata che più linearmente non si potrebbe, senza colpi di scena né inversioni temporali. Gli attori hanno anche una certa storia alle spalle (Ian McKellen, il dottor Clave, ha lavorato con Bryan Singer e Peter Jackson; Hugh Bonneville, il marito di Stella, con Kenneth Branagh) ma non esprimono grande carisma recitativo. Si potrebbe dire che si tratta di una realizzazione in tono minore; ma, più che una scelta, il basso profilo sembra un effetto non voluto. Il regista, David Mackenzie, è agli inizi della carriera, e forse per questo non osa a sufficienza: lo confermerebbe la scelta di trarre il film da un romanzo, quello omonimo di Patrick McGrath. Scelta, questa, tra le più azzeccate: la storia è quella della malattia mentale, sia raccontata nel tentativo di darne una spiegazione e con la curiosità di osservarne le dinamiche, sia contestualizzata nell’Inghilterra degli anni ’50, con tutte le connesse questioni sociali relative al ruolo della donna, del medico e del paziente. La figura più interessante è evidentemente la protagonista Stella Raphael, rivisitazione originale della donna impigliata nei vincoli familiari che cerca una sua libertà e identità nell’abbandonarsi a una passione tanto più travolgente quanto più ai limiti dell’equilibrio mentale. Non ci sono mai né sentimentalismo inutile né luogo comune nella descrizione dei suoi gesti e dei suoi pensieri: merito condiviso probabilmente da scrittore, autori del film e interprete, particolarmente brava. L’evoluzione del suo personaggio rappresenta il filo conduttore del racconto, mentre la sua figura di donna, per una volta, vera ne costituisce la fonte di interesse principale. Per gli estimatori, la campagna inglese è struggente come al solito.
Commenti del pubblico







Ultimi commenti e voti
Utente di Base (7 Commenti, 85% gradimento) angelonero 13 Gennaio 2012 ore 21:48
voto al film:   7

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